Pontypridd, Cardiff, 1997; dopo lo scoglimento dei Public Disturbance, Ian Watkins e Mike Lewis si uniscono a Mike Chiplin e  Lee Gaze dando vita ai Lozt Prophetz. Dopo essersi fatti conoscere con esibizioni live in giro per locali e pub, la band pubblica la loro prima demo: "Here Comes The Party".

La particolarità di questo primo lavoro sta nella struttura del sound che non ha assolutamente nulla in comune con quella attuale della band. La massiccia presenza rapcore nel cantato di Ian Watkins e nelle basi è l'arma in più, inoltre la contaminazione Ska nelle basi di DJ Stepzak (che non sarà protagonista di alcun successo futuro della band, darà infatti spazio al funambolico Jamie Oliver dal 2000), fanno si che gli inizi della band siano conditi da poco glamour e da molta rabbia e voglia di emergere. Le tracce di questo EP sono senza nome, fatta eccezione per la prima "Intro", non tanto originali nelle nomenclature ma l'estro nella stesura dei testi e e nella composizione delle melodie è evidente. Da notare che non ci sarà mai più un lavoro dei "Lost" con una cosi massiccia e decisiva presenza di basso. La voce di Watkins non intona mai alla perfezione, ma l'effetto 'nota stonata' incalza perfettamente con lo spirito di improvvisazione di Dj Stepzak ai turntables (ascoltasi Track 2). Una parte delle urla sono di difficile comprensione e molta parte dei testi presenta una forma 'slangata' che per noi non figli della madre lingua mondiale (inglese) risulta di difficile comprensione.
Si riconosce da subito una forte contaminazione Beastie Boys e a mio avviso, anche quella dei padrini del Nu Metal, i Korn (track 3).
"I keep on rockin till I die" ripete Ian Watkins rappando nell "Track 4", purtroppo i soldi non faranno più di tanto rockeggiare la band gallese che subirà un'importante perdita di qualità e di potenza dopo l'abbandono di Mike Chiplin alla batteria nel 2005 e soprattutto con l'addio del già citato DJ.
Appunto Stepzak, mi fa rimanere stranamente perplesso il perchè il talento di quest'ultimo sia stato accantonato col passare di pochi anni, infatti la contaminazione hip hop rimarrà solo in alcune basi future e il rapping sarà presente solo per qualche secondo in "Ode To Summer", pezzo facente parte del primo album ufficiale "The Fake Sound Of Progress", il suo abbandono inoltre comporterà il cambio di nome da una forma più rozza (appunto "Lozt Prophetz") a "Lostprophets".

La storia degli anni successivi la sapete già, davvero un peccato, in un paesino vicino Cardiff nel 1997 era nata una favola, i soldi la fama e il successo l'hanno stritolata, attendesi con pazienza il ritorno dei profeti perduti.

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