Dieci anni dall'uscita di questo cd e mi ritrovo ad ascoltarlo, dopo tanto tempo, di nuovo e sento ancora quell'energia fluire dentro di me...

Per chi ha seguito la carriera di Bukem sarà facile condividere l'idea che pur essendo egli uno dei più grandi esponenti e riformatori di quei generi affini a jungle/drum & bass, la miscela che compone le sue opere è più meno la stessa in ogni sua creazione, in particolar modo per quanto riguarda la serie "progression session". Percarità, nulla da biasimare ad un'artista che tante emozioni mi ha regalato e che è rimasto fedele ad una sua linea di concepire il suono, ma non sono quì per parlare di innovatori o dischi che abbiano segnato una svolta come potrebbe essere "Timeless" di Goldie, l'omonimo di Aphrodite o "New Forms" di Roni Size sono qui semplicemente per recensire uno dei migliori album del cosidetto"intelligent jungle", ovvero questo "Mixmag Live!", album che fra tutta la discografia di Danny Bukem, spicca per la sua forte componente freestyle.

La caratteristica principale del produttore in questione è quella di mescolare sapientemente alla Jungle/Drum&Bass ritmi jazzy e pads quasi ambient contribuendo ad immergere l'ascoltatore in uno spazio sidereo fluttuante fino al rapimento totale dell'anima... e del cervello aggiungerei.
La bravura di Bukem sta nel non eccedere in vigore (qualità quasi comune nella drum and bass pura) o altre componenti ma nel cercare il giusto bilanciamento, un mix che più di ogni altra cosa mette in risalto lo stile e l'organicità di quest'artista, facendo risultare questo "touching down" fra i più "tranquilli" e godibili della storia.

Un' ottima occasione, questo anniversario, per scoprire o riscoprire uno dei maestri della metrica jazzstep e post-breakbeat. Vi ritroverete a premere il play, lasciando correre questo cd dall'inizio alla fine senza una sosta, ma il bello è che potrete farlo sia di notte, con volume a palla, mentre tornate strafatti da una serata straviziata o durante una bella mattinata, con volume moderato, per "rilassarvi" il gulliver. Inutile comunque sprecare più parole in quanto coloro che sono affini al genere sicuramente lo conosceranno e l'apprezzeranno, per gli altri sarebbe come cercare di illustrare al Loneswordsman un cd di sottogeneri del death-metal, ovvero... parole sprecate, senza prima doveroso ascolto!

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