“Diario Carboni” rappresenta la messa di un punto significativo sul percorso artistico di Luca Carboni, e per qualcuno persino la pietra tombale della sua carriera da popstar. Dopo lo straordinario successo di “Carboni”, il disco di “Ci vuole un fisico bestiale”, di “Mare mare” e de “La mia città”, la casa discografica RCA, con la produzione di Mauro Malavasi e di Luca Lazzaris opta per una particolare raccolta che unisce inediti, brani live e brani remix. Il piatto forte sono sicuramente gli inediti: “Faccio i conti con te” resisterà anche nei concerti successivi del bolognese; “Il mio cuore fa ciock”, con tanto di video in cui Luca si appoggia al muro, rappresenta uno dei momenti più godibili di questo “Diario”, chiamato così perché la confezione dà l’idea del diario così come l’album stesso, in cui le diverse versioni sono appunti, in qualche modo non per dare un’idea definitiva della produzione carboniana, bensì estemporanea. La collaborazione con Jovanotti nell’anno precedente porta le sue tracce, in tutti i sensi, anche qui, con due brani duetto, che sono “Vedo risorgere il sole” e “O è Natale tutti i giorni…” (quest’ultima cover degli Extreme), e nel rap su “Le storie d’amore” chiamato “Puttane e spose”: “questa falsa distinzione tra puttane e spose…”. Vi è poi un altro amico di Luca, Ugo Rapezzi, a condire questo disco con un brano in realtà non irresistibile quale è “Spider”. C’è spazio come detto per i remix, felici quelli di “Mare mare”, d’altronde non poteva essere altrimenti, “Farfallina”, un po’ meno su “Quante verità”, brano meno conosciuto in proporzione agli altri, tratto da “Persone silenziose” di quattro anni prima. A chiudere la tracklist le interpretazioni live di cinque brani del Nostro, l’immortale “Ci stiamo sbagliando”, in versione più breve rispetto a quella del 1984, la bellissima “Sarà un uomo”, la dolce e poi energica “Vieni a vivere con me”, la riflessiva “Primavera” e la scatenata “Ci vuole un fisico bestiale”. “Diario Carboni” porterà per la prima volta Carboni ad affrontare un tour interamente europeo, sebbene avesse già tenuto in passato alcuni concerti in Germania, in Svizzera e in Canada, e proverà a proporlo, con qualche riuscita, oltre i confini nazionali. Inoltre i suoi album avranno sempre un mercato stabile anche nei Paesi Bassi.

Tuttavia, come dicevamo, per qualcuno è il disco della fine. Inoltre, per avere una vera raccolta “best of” bisognerà attendere il 1999, quando Luca celebrerà i suoi primi 15 di carriera con “Il tempo dell’amore”, 16 hits più la canzone omonima e la più fortunata “La mia ragazza”, mentre per avere una vera e propria raccolta live bisognerà attendere dieci anni, quando, lanciata dal singolo “Settembre”, uscirà una bella raccolta di 30 brani dal vivo registrati nel corso degli anni 1993-2003. Infine Carboni si cimenterà anche nella raccolta tematica nel 2007, con “Una rosa per te (36 canzoni d’amore)”, 3 cd introdotti da altrettanti pezzi che aveva scritto per gli Stadio tra il 1984 e il 1986, cioè “C’è”, per cui girerà un video apposito, dove si vede una ragazza che corre su una spiaggia; “Dentro le scarpe”, come la precedente inclusa nel Lp “La faccia delle donne”; e “Canzoni alla radio”, una delle più belle scritte da Carboni per altri artisti.

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