Nel 1989 Luca Carboni pubblica "Persone silenziose" per BMG Ariola. La materia trattata sono proprio loro, gli umili, gli insicuri, quelli che si pongono continui dubbi sulla vita e cercano di trovare una giusta dimensione, un giusto ruolo all'interno di una realtà sempre più frenetica e dispersiva. E' proprio la ricerca della normalità e della propria angolazione per poterla apprezzare a portare l'artista a parlarci di paure, debolezze e speranze attraverso sonorità delicate e estremamente curate. I testi, mai scontati, risultano impeccabili, diretti attraverso l'uso di parole elementari, quotidiane e per questo inevitabilmente vicine a ognuno di noi.

Si parte con "Primavera", una rinascita necessaria, ciclica, vissuta oggi come nella prima infanzia, probabilmente il modo migliore per iniziare: "lasciati andare alla vita e non disperarti mai".
"Il punto", dalle sonorità tipicamente pop del periodo, accusa la presunzione altrui affermata con facili espedienti: "Tu hai una storia meno vaga di me, cominciata in un'epoca con meno comodità"
"...te che non so chi sei" è una richiesta d'aiuto, di un confronto basato su comprensione e onestà, dove viene messo in discussione tutto, perfino la scelta della persona a cui ci si sta rivolgendo. Per come è strutturata mette i brividi: "Certe volte ho paura sai... di non cambiare più".
"Solo un disco che gira" ci invita a comprendere l'emozione dell'ascolto della musica in tutta la sua poliedricità, spesso legata a sentimenti e ricordi indelebili eppure "è solo un disco che gira dentro a una stanza, due casse che sbatton sulla libreria, è solo un disco che gira e non è neanche in classifica". "Le case d'inverno" sono lo scenario ideale per rappresentare la famiglia con le infinite accortezze materne, il derivato senso di protezione, i primi confronti e le inevitabili incomprensioni: "sempre troppe domande e poca attenzione, sempre troppe pretese e poca fantasia, sempre troppi consigli e poco amore".

"Persone silenziose" mette in evidenza tutte quelle personalità timide, introverse o semplicemente molto riflessive, non sempre a loro agio quando implicitamente invitate a integrarsi in base al contesto, spesso popolato da personaggi audaci e arrivisti. Buone, generose e vulnerabili "di persone silenziose ce ne sono eccome, sono timide presenze nascoste tra la gente". "I ragazzi che si amano" prende ispirazione dall'omonima poesia di Jacques Prévert "Les enfants qui s'aiment" ed esprime con trasparenza e naturalezza l'energia che si crea sin dalla fase dell'innamoramento: "I ragazzi che si amano si stanno baciando sui pianerottoli della notte, incertezze, tremori e gesti un poco goffi prima di toccare la confidenza". "Quante verità", accompagnata da una ritmica prima acustica e poi corale, ci consiglia di guardarci allo specchio e ripulirci di tutti quegli stereotipi individualistici che tanto sono distanti dalla voglia di confrontarsi col prossimo in estrema libertà manifestando un connaturato scambio di affetti: "Non credi che ci sia, no, un uomo diverso da te, dal mondo della tua bottega, un sognatore, un bimbo, un uomo, attento ad altre voci, con altri desideri, altre regole, altri sogni". "Estranei" è una degna conclusione. Si continua a parlare d'amore, un amore ancora una volta in fiore travolto da una nuova "Primavera". Trattasi però di un sentimento più maturo, basato sull'esperienza di entrambi e la consapevolezza di dover gestire tale emozione con estrema prudenza: "Sai che siamo due estranei amore mio, non eravamo innamorati tu ed io fino a cinque minuti fa".

In questo quarto lavoro solista l'appena ventisettenne cantautore bolognese rivela più di un nostro lato laicamnte sacro, oggi più di ieri esposto e oggetto di scherno. Anche io quest'anno arriverò a quota ventisette e, rispetto al primo ascolto di sei anni fa, mi sento maggiormente legato a ogni singolo brano.

A diciotto anni di distanza dalla pubblicazione del disco, Luca Carboni riesce ancora a regalare forti emozioni esaminando intime questioni attraverso testi, musiche (fa eccezione la musica di "E' solo un disco che gira" composta da Nicola Lenzi e Bruno Mariani) e tanti disegnini.

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