Bologna, la stessa. Milano, la stessa. L'amore, lo stesso. "Luca lo stesso". Dopo 4 anni da "Senza titolo" il grande Luca Carboni esce proprio oggi col suo nuovo lavoro, anche questo con un titolo neutro, "Pop-up", un non-titolo dalle molteplici interpretazioni, che si tratti dei pop-up del web (web che viene citato in due canzoni, a dimostrazione di un avvicinamento dell'autore al mondo della rete) oppure dell'unione di "pop", cioè del genere musicale, più "up", cioè "una spinta verso il pubblico, verso l'alto", come dice l'autore stesso. Undici canzoni, lo stesso numero di brani di "Lu*Ca" del 2001, ma che con questo disco ha poco da spartire. Infatti "Pop-up" è un disco maledettamente elettronico e con pochi musicisti (appena tre, Alex Alessandroni Jr. e Christian Rigano alle tastiere e Tim Pierce alle chitarre), l'esatto contrario del disco di "Mi ami davvero" e di "Autoritratto". L'idea dell'album nasce già nel 2013 col produttore Michele Canova Iorfida alla lavorazione di "Fisico e politico", un disco che doveva essere di inediti ma è poi diventato una rivisitazione di classici del ragazzo di Bologna in duetto con alcuni ospiti, anche abbastanza diversi tra loro.
"Luca lo stesso" è il singolo apripista di "Pop-up", da alcuni intesa come una rivendicazione del ruolo del cantante nel panorama musicale italiano, invece più semplicemente la dichiarazione della propria coerenza esistenziale. Il video è un omaggio al Robert Palmer di "Addicted to love", con le donne truccate che mimano il suonare. Inoltre si (ri)citano "I ragazzi che si amano" di Jacques Prevert, dopo l'omonima canzone del 1989. Come detto nel cappello introduttivo, Milano e Bologna, ovvero "la New York d'Italia, la città della realizzazione economica" ma anche dell'affetto per una sua cugina che non c'è più, e "la sua città", la sempre citata e amata Bologna, "una regola" per l'appunto. Elettronica, ma anche ritorno alla melodia in "La nostra strada", ancora poesia in "Chiedo scusa", citazione di Wislawa Szymborska (a cui pure Roberto Vecchioni due anni fa ha dedicato una canzone), un dialogo con la propria coscienza. Luca Carboni, autore di chiara matrice cattolica, come dichiarato in più interviste, ci propina poi "Dio in cosa crede", più che una dissertazione teologica una domanda fatta da un bambino, con ingenuità. "Pop-up" si rivela essere un disco eterogeneo negli arrangiamenti e nei temi, infatti c'è l'elettronica ma c'è anche una chitarra più acustica, e l'amore ritorna più esplicitamente in "Tanto tantissimo". Non manca l'ironia di "Dieci minuti" dedicata ai minuti interminabili che le donne fanno aspettare, dove a un certo punto Luca cita uno "spazio rap", rivelando che a quel punto doveva esserci un rapper, come in voga negli ultimi anni. Inoltre nel testo è presente "ModenaNord", una parola che Luca voleva inserire in una sua canzone addirittura dal 1985(!), anno di "Forever", che ha una affinità nel titolo proprio con questo lavoro di 30 anni successivo. Proseguendo l'ascolto proprio di quest'ultimo abbiamo "Happy", una filosofia di vita sull'essere felice senza essere necessariamente il primo nella vita, "Epico", una riflessione sul tempo, argomento caro all'autore di "Silvia lo sai" (si pensi a "Tempo che passi", "Per tutto il tempo", "Sto perdendo tempo"), a dispetto di un titolo "antico". Antico, in linea col titolo del brano, è anche l'arrangiamento, con un leggero richiamo classico. Chiude il tutto "Invincibili", unico brano a essere stato registrato così come è nato, cioè pianoforte e voce, come a sconfessare tutta l'impalcatura elettronica del lavoro oppure a volerlo vedere a posteriori come è nato, scarno. Una canzone su se stessi, sul lavoro dei cantautori e sulla forza delle canzoni d'amore. Una dichiarazione di intenti.
Fine. Anzi, ci sarebbe, dopo la copertina con una foto in occhiali da sole e giubbotto di jeans, il retro, curiosamente con i titoli scritti tutti attaccati.
La tournée partirà nel 2016, per avere tempo di preparare tutto al meglio, sia da un punto di vista sonoro che visivo. Bentornato Luca, sei sempre lo stesso, eppure ogni volta sei nuovo. Appena sotto le 4 stelle.
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