Nel 51 i produttori propongono a Visconti un film con Anna Magnani con un soggetto di Cesare Zavattini. Visconti non è molto entusiasta della storia di Zavattini ma accetta così da poter dirigere una delle attrici più brave del mondo e costruire il film intorno al suo personaggio. Partendo dal racconto di Zavattini, Luchino modifica dialoghi e trama.

La storia è semplice: il regista Alessandro Blasetti cerca una bambina per una parte in un film cosi che a Cinecittà accorre una frotta di madri esaltate per le loro figlie, tra queste vi è Maddalena Cecconi (interpretata ça va sans dire dalla Magnani) che porta la figlia Maria. Quest'ultima è una bambina come tutte le altre, nè bella nè brutta, tra l'altro non ha nessun talento ne velleità artistica. La madre si sacrifica e si carica di lavoro (andava a fare punture nelle famiglie di Roma) per pagare alla figlia le foto, il vestitino, il parrucchiere e i corsi di danza. Si lascia convincere anche da una vecchia attrice fallita a impartire lezioni di recitazione alla figlia. Il tutto finalizzato al successo.

Tutto questo porta la donna a litigare col marito che ha una visione diversa su ciò che deve fare la figlia ma la donna gli dice che vuole che la figlia diventi qualcuno che non prenda le botte come lei e, conoscendo un fannullone ( Walter Chiari) che lavora a Cinecittà, gli dà tutti soldi risparmiati affinchè quest'ultimo raccomandi la figlia. Maria viene in effetti ammessa ai provini e la madre riesce a sbirciare la proiezione di questo: vede la figlia che piange disperata e l'entourage del regista che si ammazza dalle risate. Col cuore spezzato e umiliata si rende conto delle sue ambizioni, delle proiezioni dei suoi desideri (lei era innamorata del cinema, passava il tempo a vedere i classici di Hollywood) sulla figlia e quando questa viene scelta, rifiuta con orgoglio di firmare il contratto e si riappacifica col marito.

Visconti insomma riprende un tema a lui caro: il fallimento delle illusioni, la fuga dalla realtà per inseguire il sogno, portandolo nel mondo dello spettacolo e ce lo mostra da diverse angolazioni: oltre alla madre vi è la ragazza che era stata attrice e poi era finita dimenticata, vi è Annovazzi che racconta a Maddalena quanto gli pesano le aspettative della madre e vi è poi tutta la cerchia di parassiti dello spettacolo che cercano di speculare, come la maestra di recitazione e quella di ballo.

E' un film al femminile, dove vi sono da un lato le madri delle bambine a Cinecittà pronte a sbranarsi e a darsi battaglia e da un lato le vicine di casa che intervengono in tutte le questioni di famiglia pronte ad aiutare Maddalena ma è soprattutto un film impiantato sul ritratto di un attrice: Visconti spesso fa delle inquadrature sulla Magnani lasciando gli altri fuori campo per esaltare il suo enorme talento. Essa scivola velocemente da toni drammatici a comici a disperati con un'elasticità stupenda.

Nonostante sian passati piu di 50 anni il film rimane attualissimo nel descrivere quanto sia spietato il mondo dello spettacolo e quanto possa essere una chimera che Visconti ci mostra con tutto il suo pessimismo.

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