Il brano in apertura di questo cd, "Naufragio con spettatore" (1997), è uno studio per orchestra che non presenta particolari motivi di interesse (eccezion fatta per il curioso titolo, ispirato a un libro del filosofo Hans Blumenberg). Più stuzzicante appare il secondo pezzo, "Pinocchio, una storia parallela" (2005), una drammaturgia per un organico piuttosto insolito: quattro voci maschili.

Lei è Lucia Ronchetti, compositrice romana da anni sulla breccia. Il suo Pinocchio affida a un quartetto vocale maschile (controtenore, tenore, baritono e basso) il soggetto del popolare burattino ma questa volta ispirandosi all'enigmatico libro di Manganelli (Pinocchio, un libro parallelo) invece che all'originale di Collodi.

Dal punto di vista musicale il brano ha un'indubbia valenza scenica, con le quattro voci che per 20 minuti si intrecciano in ardite figurazioni e adottano una varietà di tecniche vocali: canto, sussurro, onomatopee, eccetera. Qua e là il testo diviene intelligibile e appaiono barlumi delle vicende del burattino: ma non sono che frammenti, scintille che per un istante illuminano la materia oscura di questo brano.

A conclusione del cd è posto un altro studio, "Il sonno di Atys" (2004), questa volta per viola e live electronics. 16 minuti in cui Lucia Ronchetti fa dialogare l'elettronica con lo strumento solista, nel tentativo di esplorarne le possibilità polifoniche. Davvero suggestivo, nel terzo e ultimo episodio di questo brano, l'effetto di sfregamento dell'archetto sulle corde senza produrre suono o quasi, che imita con sorprendente efficacia il lento respiro umano durante il sonno.

Una conferma, quest'ultima, dell'estrema attenzione che la compositrice riserva al suono, usato sia in termini di sperimentazione che per la creazione di micro-opere, una specie di teatro strumentale: drammaturgie immaginarie basate sul solo ascolto e che spetta all'ascoltatore ricostruire nella propria mente.
 

Carico i commenti...  con calma