''Diciott'anni sò l'anni chiù belli e nun tornano chiù''
[''Marì Marì'']
Nel ricordare i momenti più belli di un amore ormai finito, il giovane Mimmo Dany si immerge in una sorta di empatia umanistica, quasi come un novello Lorenzo il Magnifico e coglie, forse inconsapevolmente, il senso della vita, identificando nella giovinezza (che sì fugge tuttavia) l'età dell'oro. Quel genuino mix di filosofia e disincanto ha stregato pubblico e critica, e ha reso questo artista uno dei più acclamati della scena partenopea. Ricercato in molte trasmissioni in onda sulle emittenti locali (ultima ''Il Codice D'Angiò'', nella quale è ospite fisso), Mimmo Dany (al secolo Leopoldo Giappone) dispensa perle di saggezza a suon di musica, diverte, fa ballare (''Acchiapp' tè'', con quel suo ipnotico giro di basso, assurge ai livelli di una ''Another One Bites The Dust'' nostrana) e, nel contempo, offre spunti di riflessione su alcuni aspetti della vita ''popolare'' che spesso preferiamo occultare (''Napoli Sbandata'', ''O' Nonno c'ha imbrugliato'').
Con ''L'Antistress'', penultimo lavoro uscito nel 2005, Mimmo Dany sembra sorridere alla vita o, almeno, sembra intenzionato a coglierne le sfaccettature luminose. In ''O' Marajà'' si immedesima nel ruolo principesco tessendo le lodi dell' ''arte'' del dolce far nulla, e non nascondendo velleità poligamiche. Chissà che il brano non offra possibilità di aperture verso nuovi orizzonti, nuove culture. ''La Bandana'', singolo di maggior successo dell'album, è un inno all'estate, ai suoi piaceri, alla spensieratezza; anche qui non mancano ambiguità e ironia (pensate, a tal proposito, ad una eminente figura istituzionale). Con ''O' Pesone 'e casa'' si affronta con insolita leggerezza (la base dance si sposa con le intenzioni dell'autore) la piaga dell'affitto; le possibilità lavorative sono davvero precarie, c'è una famiglia numerosa da mantenere, e il sopperire a determinate spese diventa impresa assai ardua. Illuminante, in tal senso, il verso (tradotto in italiano): ''In questa casa siamo in sette, un letto e due cuccette, ed il bimbo nel cassetto del comò''. Il pezzo si conclude con un'esortazione nei confronti delle istituzioni, affinchè si possa ovviare all'inconveniente mediante solerti provvedimenti (''Vaco 'ncopp'o Comune, sta casa popolare m'hann'a dà''), vanificata dall'amara realtà (''mi spetta e nun m'a danno, secondo me se l'hanno vennuta già'').
Realista, disilluso ma mai arrendevole, poeticamente spensierato. Genio
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