Il 1982, che anno ragazzi! L' Italia vince i mondiali, ho 14 anni, a settembre inizio le superiori, in vacanza, ricambiato, mi innamoro perdutamente della sorella di un amico ma poi torno a Roma e ci separiamo, mio padre vivrà ancora per un anno, esce "Clandestine Anticipation" dei Krisma, esce questo, eccoci qua...

Colgo un' analogia pressocchè identica col lavoro di Fellini, qui Lucio epura il riflesso di Battisti (vedere copertina interna) e recupera purezza come Federico fece con Il Casanova. Personalmente, come nel caso dei Beatles, Battisti mi è sempre stato indigesto, forzato e artificiale nelle situazioni (si Anima Latina è ben fatto, peccato che ammicca dall' inizio alla fine), ma al contrario delle blatte, dove proprio non riesco a trovare un punto d' incontro, un giorno mi metto a sentire 'sto "E già" e "Con te non si sta male".

È un disco invisibile che sta in mezzo tra Mogol e Panella e la sua evanescenza dà modo a quei due periodi di esistere nel loro autoinganno. L' esuberanza di Mogol-Battisti con la sedimentazione di Panella-Battisti, ancora ego dunque. C'è il pensiero umorale dei primi, la sinusoide in crescendo, e c'è il pensiero intellettuale del secondo periodo, la sinusoide declina cosciente. Mogol monetizzava materialmente i sentimenti, Panella li sondava esteticamente, ma sempre su una bilancia terrena.

Ma su questo "E già" c'è la sospensione, finalmente solo Battisti bascula nel niente del suo punto morto superiore, nel depensamento, l' inaspettato. Un' entità che provoca corto circuiti come tutte le manifestazioni che non richiedono baratti: lo scambio sottile genera confusione mettendo in crisi la parte grossolana dell' estetica di ognuno di noi. Ci scopriamo "intelligenti" alla buona, inaccettabile...

L' immediatezza della proposta sfiora la beatitudine del non pensiero; "quando stai seduto stai seduto e basta!" suggerisce un detto "estremo" orientale. E mi sovviene il Dottor Strange che in un fumetto riceve in regalo una scatolina di legno dal maestro, vuota, ed inizia a sottoporla a incantesimi sempre più sofisticati per cercare di scoprire il mistero che si nasconde dietro l' oggetto. Non riuscendo a ricavare nessuna informazione arcana dai suoi maneggi magici, perde la pazienza scaraventando lo scrigno in terra rompendolo. Un attimo dopo capisce: era un regalo, nient'altro che un regalo, limpido, cristallino, semplice, perchè la verità è semplice e non nutre possessioni depistanti.

Ed è quello che sento quando ascolto questo disco, un' immediatezza serena che condivide senza contrapposizioni nel porgere l' intimità di Battisti, senza i filtri della considerazione che negli altri dischi pre e post si sentiva, eccome. Qui c'è una liberazione dalla vanità, un rilassamento maturo, monda il nostro egoismo di volere che si rispettino le aspettative. Ci vuole un qualcosa in più da parte nostra per poter accedere ad un gradino di comprensione velato di normalità.

"Un lavoro minore, ma cosa hai combinato Lucio, questo è un passo falso, non ti riconosco, una delusione": appena una cosa fa intravedere impersonalità scatena considerazioni di rifiuto, "per tre volte mi rinnegherai..." Ma de che?!? Che conquista lo scatenare incomprensioni, che coraggio abbracciare un registro comunicativo che non riflette. C'è un salto qui e chi salta continua a parlarti dal piano superiore del cono ma tu vuoi essere ancora incatenato al tangibile. "La tua mente e i tuoi pensieri afferreranno e si aggrapperanno alle ultime illusioni, al fine di salvare la tua visione del mondo. Non accetterà nulla, men che meno una verità ritenuta offensiva". Ecco perchè rifiuta il vero Battisti, "Prendila così" si potrebbe dire...

Attraverso un' elettrowave psichico le parole si amalgamano con l' esterno creando un legame immediato, e la grafica non è da meno con quel vestito bianco nel sogno che Lucio ci ha voluto partecipi insieme a lui: lo specchio, il riflesso, il bagliore. E le parole dei brani, tanto bistrattate e liquidate come banalità si trasformano in un cristallino viaggio esoterico dove il campo di gioco è l' impersonale e la moneta di scambio è l' anima.

Proviamo a dare una chiave facendo un track by track trasversale: in "Scrivi il tuo nome" c'è l' invito ad andare oltre le apparenze, in "Mistero" le nozze alchemiche, "Windsurf" è il viaggio astrale, "Rilassati e ascolta" è consapevolezza del cambiamento, "Non sei più solo" la catarsi, "Straniero" l' accomiatamento dalla vecchia dimensione, "Registrazione" è l' acquisizione dell' unità, "La tua felicità" è il conosci te stesso, "Hi-Fi" visualizza l' invisibile e "Slow motion" lo mistifica, "Una montagna" la fine della dualità, "E già" dirada l' illusione. Qui il flusso fluttua intonso su prelibate basi elettroniche, così mature nella loro immediatezza, nel 1982...

Cotto e mangiato il senza appiglio è servito e non ce ne siamo resi conto, pazienza, prima o poi sedimenterà. Il Buddha ride e sembra un deficiente sotto la lente della identificazione, strappiamo il velo e ridiamo deficienti insieme a Lucio. La domanda sorge spontanea: "Chissà se è rock o no..."

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