L'apparenza si presenta come il proseguimento ideale delle idee musicali abbozzate in "E già" e poi sviluppate in "Don Giovanni"; l'insieme è più compatto e omogeneo, a formare un'opera sicuramente più sorda e impermeabile rispetto alle precedenti.
La presenza di strumenti elettronici accanto ad elementi orchestrali appare più matura, grazie all'eccellente lavoro di produzione di Robyn Smith che riesce a impreziosire il tessuto sonoro dei brani con dettagli quasi subliminali, e in particolare, a dare alle elaborazioni ritmiche riverberi e raffinatezze acustiche apprezzabili soprattutto dopo numerosi ascolti.
La struttura dei brani, imprevedibile e ormai lontanissima dal formato canzone tradizionale, asseconda spunti melodici spesso sfuggenti e sembra rivelare una significativa inversione del processo compositivo, che stavolta presenta il testo di Pasquale Panella come la base su cui successivamente si è costruita la "colonna sonora".
Sono scomparse la fiammeggiante ironia e le strizzatine d'occhio all'ascoltatore di "Don Giovanni"; la musica, rarefatta e quasi eterea sembra uno scudo impenetrabile ai primi ascolti mentre la fluida materia poetica di Pasquale Panella illustra con testi sempre più inafferrabili intricate immagini che sembrano concepite in uno stato di dormiveglia.
E' inutile cercare un significato nascosto "sotto" la parola perché questo è già presente sulla sua superficie; l'apparenza della parola, nella sua ambiguità è già carica di tutti i sensi possibili e questi si sveleranno all'ascoltatore di volta in volta diversi, secondo la sua predisposizione all'ascolto, all'associazione di idee, alla connessione di corrispondenze sempre rinnovabili e intercambiabili.
Una parola che si fa ambiguità, che convoglia una molteplicità di significati compresi anche quelli evocati dalla pura musicalità del testo, rifiutando qualsiasi spiegazione ulteriore, qualsiasi traduzione, qualsiasi riduzione; coerentemente con questa oscura poetica, nelle confezioni i testi sono assenti e le copertine dell'edizione cd e cassetta contengono solo una parte del disegno (una credenza...).
"Tutto è linguistico e quindi tutto parla"; finalmente parole e musica possono liberarsi dell'oscenità di dover essere necessariamente (e bassamente) univoche e chiare, di dover esercitare la malafede della comunicazione.
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