Ipnotica inquietudine, vago malessere, sottile straniamento.
Leggero stordimento figlio di un disagio oscuro, enigmatico.
Senso di vuoto come di ostile, straniero smarrimento.
Eppure un profumo nuovo, indecifrabile, girovago, sfuggente.
Fumose melodie riverberano su mucillagine musicale inanellando spirali di inespressa voluttà.
E tutte quelle parole, quelle rime fuori sync. Un leggiadro e gigione passeggiar su un Treccani tacito complice di siffatta scorribanda letteraria.
Quei vocaboli maliardi, quelle nuove prospettive, una sghemba attualità.
Parola musicata nella musica incastonata.
Senza inizio senza fine.
Circolare, raggirante, ammaliante.
Un genio della musica ed uno della parola duettano a distanza e si compenetrano svogliatamente in un freddo amplesso.
E non potrai capire, non potrai dire ECCO!
È quel che vedi da dietro la finestra quando fuori piove.
È quel che ti sembra.
È solo APPARENZA.
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