Lucio Dalla: "1983"

Dopo anni dischi e tournee’ trionfali comincia a fare capolino in Lucio Dalla la voglia di cambiare (almeno parzialmente) pagina; l’eclettismo circonda un po’ tutti i solchi dell’album, sia nei testi che nelle musiche.

Non sempre il disco riesce a raggiungere i risultati dei precedenti, ma ci sono almeno due brani da antologia: “1983” e “L’altra parte del mondo”.

Nella title-track si dipanano quarant’anni di storia italiana, in bilico tra autobiografia e memoria collettiva, con l’unico piccolo  neo di un testo eccessivamente prolisso, la seconda è un gioiello di epica malinconia come solo Dalla riesce a fare.

Non in tutte le tracce la scrittura è così ispirata, ma le belle canzoni non mancano; a cominciare dalla divertente “Stronzo”, con i vocalizzi finto-inglese, “Noi come voi” è piuttosto orecchiabile e ritmata, ma spesso suona di già sentito, le altre canzoni sono piacevoli (“Pecorella” su tutte) ma forse troppo introverse e riflessive.

Nella memoria, sia dello stesso autore (che nei tour successivi tenderà a rimuovere il disco) che del pubblico “1983”non lasciò il segno come in passato, ma merita una rivalutazione, a dimostrazione del coraggio e della capacità del cantautore bolognese di cercare strade nuove.

Realizzato alla Fonoprint di Bologna. In sala: gli Stadio. Archi scritti da Fabio Liberatori. Prodotto da Renzo Cremonini per la Pressing. L’organizzazione è di Tobia Righi.

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