Si lo so, c’è chi si è lamentato ultimamente, qui su queste pagine, della assenza di novità discografiche.

Di solo recensioni di album vecchi e se mai stra-conosciuti ai più.

Ma tutto è relativo, amici miei.

Il tempo delle scoperte è sempre in agguato.

Le cose accadono quando se ne prende coscienza.

Prendiamo questo “1983” di Dalla, l’album della antica solitudine della nonna di martello, e prendiamo “Pecorella”.

Mi fa una tenerezza infinita questa canzone, la sua leggerezza.. Questa “piccola ragazza in musica”, a pensare che l’album che la conteneva non lo avevo mai ascoltato fino a qualche giorno fa… eppure ricordo benissimo quando nel juke box in montagna quell’estate lontana trasmettevano di continuo, quando uscì, la sua canzone più famosa… chissà perché, pur da fan di Dalla, questo album decisi allora di non approfondirlo…Nell’’83 ero un diciottenne timido, alla ostinata ricerca in una ragazza della perfezione estetica e sentimentale, del colpo unico e senza possibilità di insuccesso…chissà, insieme a questa canzone, quante potenziali “pecorelle” un po’ meno perfette sono volate via, allora, senza che neppure sapessi della loro esistenza, senza avere la possibilità di conoscerle e poi dimenticarle, e poi rimpiangerle, quella maledetta voglia di perfezione nella cosa meno perfetta del mondo che è l’amore..

Meglio tardi che mai, certo che se internet riuscisse davvero a farci recuperare, oltre le canzoni, anche gli anni poco usati, sarebbe bellissimo..

Dell’album dico solo che oggi lo sto ascoltando e ci sto trovando il vinile di Dalla comprato in lire che allora non acquistai.

Il negozio di dischi in fondo alla lunga strada con in mano i soldi della mia di nonna (che però ascoltava Claudio Villa, non Dalla)

Un album malinconico scritto da Dalla per i suoi quarant’anni, pieno zeppo del Dalla precedente.

Un album concept sulla sua personalissima solitudine.

Malinconica anche quella “Stronzo”, detto a se stesso, con il suo meraviglioso modo di cantare il suono di parole senza senso (alla maniera della sua “Pezzo zero”).

E poi il suo sax imbracciato come un fucile.

Otto giorni fa, qui su Debaser, è uscito il nuovo disco di Lucio Dalla.

A proposito, quel negozio di dischi, esiste ancora, meglio tardi che mai, sono ancora in tempo ad usare quella ultima banconota regalatami da mia nonna, con una lacrima disegnata sopra, che allora non spesi, oggi che mi sento pure io un po’ più solo.

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