Siamo nel 1967 nel mezzo della guerra fredda. Il mondo è diviso in due parti e lo scoppio di una terza guerra mondiale appare sempre più un rischio concreto e qualche cosa di pericoloso, tanto più dopo che sia gli Stati Uniti che l’URSS dotarono il proprio arsenale di ordigni nucleari.

Quando un bombardiere americano con in dotazione una di queste bombe atomiche precipita nelle acque del Mediterraneo (episodio peraltro realmente avvenuto nel 1966 al largo della località di Palomares in Spagna), al largo della Sicilia, Italia, le due potenze si organizzano subito per recuperare la bomba attivando i propri servizi segreti.

Naturalmente oltre Stati Uniti e URSS ci sono anche alte potenze mondiali interessate a porsi in una posizione di forza sullo scacchiere internazionale, come ad esempio l’Inghilterra, che spera con un colpo di mano di recuperare il terreno perduto con la fine del colonialismo. Senza considerare associazioni criminali internazionali come la spietata ‘Spectrales’ e un misterioso personaggio che si fa chiamare Dottor Sì.

Nel mezzo di questo intrigo internazionale, praticamente quello che possiamo definire come un 'casino' totale, ma coordinato dalla regia sapiente del grande Lucio Fulci (soggetto di Roberto Gianviti, Sandro Continenza, Amedeo Sollazzio), ci sono Franco e Ciccio che loro malgrado diventeranno i protagonisti principali della vicenda e si ritroveranno letteralmente alle costole gli agenti dei maggiori servizi segreti internazionali che ritengono i due siano in possesso dell’ordigno o quantomeno delle coordinate esatte del punto in cui è precipitato l’aereo.

Inizialmente i due sono rivali. Franco è infatti un ‘marinaio’ e pescatore (talmente sprovveduto che, una volta abbandonato dal suo equipaggio, conduce il peschereccio sulle coste africane invece di ritornare a casa a Mazara del Vallo) che ha assistito alla caduta dell’aereo; Ciccio è al soldo della Spectrales come agente numero 87, lo cattura e lo interroga sperando di recuperare la bomba e fare carriera nella associazione criminale che è diretta dal misterioso numero 1 aka Pasqualino e figlio di sua zia Mariuccia e che gli ha affidato l’incarico come ultima occasione di riscatto; schiacciati tra le pressioni della Spectrales e gli agenti segreti James Bomb, Modesty Bluff e Derek Flit, i due decidono alla fine di fare fronte comune e non sapendo dove sia quella autentica, decidono di costruire in maniera rudimentale una bomba falsa truccando una bombola del gas.

In Egitto, dove è ambientato del resto l’intero film, Franco e Ciccio sono rintracciati dagli agenti di USA, URSS e Inghilterra, ma riescono sempre a scamparla causa la loro inettitudine, fino a quando, incantati dal fascino incredibile della bella Cinzia (la bellissima Julie Menard), finiscono prigionieri del Dottor Sì, uno scienziato pazzo criminale, che intende sacrificarli alla dea Ki dopo avere risvegliato la mummia del sovrano babilonese Nabucodonosor grazie alla energia derivata dall’ordigno nucleare, ma anche i suoi propositi sono destinati a fallire.

'Come rubammo la bomba atomica' è probabilmente uno dei più celebri girati dalla coppia (il titolo sarà parzialmente ripreso da quello del documentario loro dedicato da Ciprì e Maresco: ‘Come inguaiammo il cinema italiano’) e in ogni caso uno di quelli dalla trama più lineare, sebbene questa sia ovviamente assolutamente surreale, come da tradizione nella loro filmografia e per altri artisti che provenivano dal mondo del teatro di avanspettacolo a partite dallo stesso Totò.

Il regista del resto è Lucio Fulci, uno dei grandi nomi del cinema italiano e quello che più tardi sarà definito come ‘terrorista dei generi’ e che dirigerà la coppia in diversi film, e che qui come altrove gioca a rincorrersi con il celebre duo su chi debba dirigere e chi invece seguire. Come sempre nei film di Franco e Ciccio, permane il dubbio ci sia mai stato un vero copione. Ma allo stesso tempo Fulci non è uno sprovveduto e riesce probabilmente a ottenere il massimo nella situazione data.

Ispirato ai film di spionaggio di James Bond, il film spazia con assoluta disinvoltura dallo spionaggio a altri generi trasformando in una farsa tanto le spy-story quanto generi come il giallo, il cinema d'orrore e la fantascienza e si può considerare considerare un 'must' di un certo cinema italiano di quegli anni e che non è mai stato oggetto di revisionismo a differenza del cinema degli anni settanta e generi come la commedia sexy. Su tutto, manco a dirlo, domina la comicità surreale di una delle coppie più grandi della storia del nostro cinema.

Peraltro anche qui, in un cast corale e con attori di fama internazionale come Adel Adham, praticamente uno dei più celebri attori nordafricani, non manca sicuramente la presenza di donne bellissime. A partire proprio dalla fatale Julie Menard, Silvana Bacci, Eugenia Litrel... Praticamente manca solo Ursula Andress.

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