"Time Out" di Ludovico Einaudi esce nel 1988 e costituisce il suo esordio musicale: un esordio arrembante e coraggioso, in quanto siamo di fronte a un disco di sperimentazione pura, costituito da rumori e note accennate da vari strumenti e poco più (seguendo la lezione di quel rivoluzionario musicale che è stato negli anni Sessanta John Cage).

Il disco si apre con "Prima" che è soltanto un breve intreccio di voci maschili e femminili in speeching; prosegue poi con "Andante", una serie di rumori elettronici messi in fila; "Rapido"invece a dispetto del titolo invece è un pezzo interrogativo e abbastanza lento, strutturato intorno allo stesso giro di tromba per tutta la sua durata. "Immobile" è un pezzo per tastiera davvero "immobile", nel senso che anche qui le variazioni musicali non sono molte, girano sempre intorno alle stesse note di tastiera. "Adagio" è un pezzo per pianoforte e sassofono, e finalmente qui abbiamo un accenno di melodia, anche se spezzato quasi sul nascere: è già in germe quel capolavoro che sarà, ben otto anni dopo, il pezzo "Le onde", forse il più conosciuto di E. "Presto" è ancora un pezzo per sassofono e tastiera elettronica, che si intrecciano abbastanza bene durante la durata di tutto il pezzo, anche se ripetono, come sempre, le stesse note all'infinità, variando un po' con vari assoli nel finale. "Lento" è suonato per sassofono e orchestra di accompagnamento,ed è un pezzo molto cupo e interrogativo anche questo, sulla scia di "Rapido". Fischi e rumori la fanno da padrone lungo tutto il pezzo. "Moderato" è un pezzo per vibrafono e strumentazione elettronica che inizia veloce, e poi rallenta con l'inserimento del pianoforte. A questo punto, se non vi siete già addormentati mezz'ora fa, con questo pezzo credo che cadrete proprio nel mondo di Morfeo... Ci svegliamo un po' con "Teso" un pezzo quasi rock-oriented, con batteria, chitarra elettrica, basso e tastiera elettronica che intona una buona melodia, magari da sottofondo per giochi di auto o comunque inerenti alla velocità, a mio parere....

Prosegue il discorso "Implacabile", con la stessa strumentazione rock, ma ritmi più lenti e distensivi. La chitarra elettrica qui si produce in assoli cervellotici e fini a sè stessi, che non emozionano per nulla, e che sono un puro gioco intellettuale. "Fondo" è un pezzo per solo oboe, cui si aggiunge un sottofondo di suoni elettronici nel finale, e vorrebbe richiamare, col suo suono cupo e lento, proprio il fondo marino, a mio parere: l'intento è riuscito pienamente, a mio giudizio. "Sospeso" è poco più che un insieme di rumori e suoni elettronici che si richiamano e rispondono dall'inizio alla fine, per la durata di (ben) quattro minuti. La batteria, col basso elettronico, ritornano con "Finale 1" che aumenta un po' il ritmo del pezzo precedente, per passare poi nel brevissimo "Dopo" in cui ritornano le voci intrecciate dell'inizio accompagnate dalla tastiera, e concludere con "Finale 2" in cui il flauto di Pan, le tastiere, e il basso sembrano sempre lì per esplodere all'inizio, fino agli ultimi minuti entrano la batteria e le chitarre elettriche che, suonando ritmiche diverse, accompagnano gli altri strumenti in un finale in "crescendo".

Detto sinceramente, "Time out" è un disco ostico, complesso, pieno di sperimentazioni elettroniche, che coinvolgono continuamente la musica di E.: sicuramente non è un disco di facile ascolto. Ma se vi va di sfidare voi stessi, e la vostra concezione "classica" di musica, potete tentare un ascolto: sarà comunque un'esperienza in più, che vi arricchirà, a mio parere.

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