Nel vasto oceano della letteratura oscura, Luigi Musolino emerge come un luminoso astro nel firmamento notturno, dimostrando con vigore che non è inferiore ai suoi illustri colleghi stranieri. I due volumi di "Oscure Regioni" rappresentano un'immersione profonda nel sottosuolo della penisola italiana, dove le ombre danzano e le antiche leggende si intrecciano come serpi nell'oscurità. Musolino, come un moderno alchimista della parola, penetra come una lama tagliente nella mente del lettore. La sua prosa, priva di orpelli superflui, evoca immagini sinistre e atmosfere cupe che si insinuano nell'anima come un veleno lento ma inesorabile. In "Oscure Regioni", Musolino ci conduce attraverso un labirinto di miti e leggende, ognuno più oscuro e inquietante del precedente. Ogni racconto di questi 2 volumi sono uno più bello dell'altro, un viaggio nell'ignoto, un'immersione nelle tenebre primordiali dell'immaginazione. Non scarseggiano le evocazioni frequenti alla zoologia occulta con le descrizioni di esseri semiumani e creature misteriose: dall'oscuro essere polipiforme della leggenda siciliana in "La Signora delle Cisterne", dove il soprannaturale si fonde con un racconto di rituali oscuri legati alla connessione mafiosa, al mostruoso mito calabrese di Scilla in "Cani d’acqua", l'enigmatico Nessie trasportato in un laghetto lombardo de "I nastri di Larrie" (una sorta di mostro di Lochness locale) o la terrificante creatura serpentiforme di Sa Reina. "Crustumium" (con un finale apocalittico lovecraftiano in cui la città di Crustumium sembra R'Lyeh) affascina con i suoi misteri marini che si agitano sotto la superficie placida delle acque. "Sibillini occhi d'avorio" si snoda come un serpente attraverso le nebbie del tempo, trascinando il lettore sempre più in profondità nell'abisso dell'antica Italia. L'atmosfera generale di terrore e meraviglia rimane costante. "Il Carnevale dell’Uomo Cervo", basato su una festa popolare molisana, richiama alla memoria ancestrale di un antico mastodonte, il Megalocero, imponente cervo sterminato dall'essere umano. Troviamo poi "Smeraldo", una sorta di malinconico mostro delle acque oscure del Basso Polesine, e in "Le Abominazioni delle Alture" il Dahu, creatura leggendaria della tradizione valdostana, in un racconto ambientato in luoghi di grande altitudine dove regna una solitudine eterna che mi ha ricordato quella evocata da Lovecraft in "Le montagne della follia". L'atmosfera generale di terrore e meraviglia rimane costante. Musolino dimostra di essere un maestro nell'arte di raccontare storie che affondano le radici nell'oscurità più profonda dell'animo umano. In conclusione, "Oscure Regioni" è una tappa imprescindibile per coloro che cercano le tenebre più remote e inesplorate. Musolino si erge come un custode delle antiche leggende, un viandante solitario che si avventura là dove le luci si spengono e le ombre calano.
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