Il piu malinconico tra i cantautori. Cosi è stato etichettato Luigi Tenco, artista non troppo ricordato ma mai dimenticato del panorama musicale Italiano. Un cantautore che ha fatto della malinconia e del male di vivere una bandiera dal punto di vista musicale, una saggezza quasi surreale considerata la giovane età e una sensibilità fuori dal comune. Sensibilità che lo avrebbe portato ai posteri a raggiungere un valore nelle nuove generazioni che non aveva raggiunto forse durante la sua breve, ma intensa, carriera di paroliere e cantante. Vero e sincero come pochi, era dotato di una personalità eccentrica ed una filosofia di vita ai limiti del surreale, che lo avrebbero portato poi alla sua prematura scomparsa, che a distanza di anni fa ancora discutere ai più. Accompagnamenti scarni e fondamentali, quasi ad evidenziare l'essenzialità della sua musica. L'enorme capacità, che a dire dello scrittore lo ha differenziato dai suoi colleghi dell' epoca, di riuscire a far immedesimare l'ascoltatore nella sofferenza e nella struggente malinconia espressa in poche e semplici parole. Il passaggio è chiaro e semplice: una nota, un immagine, una visione. E in attimo entri nel mondo di Tenco. E in un attimo entri a far parte della sua sofferenza. C'è chi puo definirlo masochismo, chi, come il sottoscritto, un dolce naufragare in un mare infinito, come disse qualcuno.
Era il 1966, il cantautore presenta il brano a 'Un disco per l'estate', ma il brano non riscontrò naturalmente il successo che meritava, non riscuotendo la fama dovuta. Ciò nonostante, Lontano Lontano fu il singolo piu venduto del cantautore Genovese, circa 35.000 copie.
Un po come avrebbe fatto in un modo differente Rino Gaetano, che proponeva denunce sociali attraverso testi che possiamo definire quasi disimpegnati, Luigi Tenco effettua un operazione simile, ma non uguale. Lui non punta il dito e non denuncia nessuno, ma dietro i suoi testi apparentemente semplici e facili, si nascondono significati intimi e profondi, che non a caso non furono riconosciuti dall' allora grande pubblico facendone subito un personaggio di culto. Come nel caso di Lontano Lontano, una delle canzoni piu belle del panorama Italiano. L' artista si rivolge nei suoi versi all' imperfetto. Luigi parla a questa donna come se lui stesso non fosse piu in vita. Egli pensava spesso alla morte, in particolare alla sua. Come se un eccesso di sensibilità l'avesse portato alla follia. Il tutto si evince da un testo magico e dal retrogusto quasi tragico.
E lontano lontano nel tempo
qualche cosa negli occhi di un altro
ti farà ripensare ai miei occhi
i miei occhi che t' amavano tanto
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E lontano lontano nel mondo
in un sorriso sulle labbra di un altro
troverai quella mia timidezza
per cui mi prendevi un po in giro
Chiaramente una canzone autobiografica, che apparentemente lascia intravedere la fine di un amore importante. Sembrerebbe dedicata alla sua compagna del momento, di nome Valeria. Sono due gli elementi chiave del brano: lo Spazio e il Tempo. Una divisione che porta l'ascoltatore in un vortice al di la della percezione materiale. Possiamo vedere il brano come un asse cartesiano, in cui la X rappresenta lo spazio e la Y il tempo. Due raggruppamenti da 4 versi dedicate allo spazio (Lontano lontano nel mondo) e due al tempo (Lontano lontano nel tempo). Ma perchè questo? Luigi Tenco compie un' operazione memorabile. Tramite il suo brano riesce portare l'ascoltatore in una dimensione in cui sono assenti due dei concetti regolatrici della nostra vita, Luigi Tenco ci fa scavalcare il muro della percezione sensibile e della realtà materiale. Un viaggio lungo, un salto che, per conto suo, risulta quasi inevitabile. Luigi infatti scrive a questa donna da una dimensione extra terrena, in quanto immagina se stesso deceduto. Un passaggio tra il concreto e l'astratto, un passaggio che spezza l'asse cartesiano. La parola Lontano in Tenco assume un significato piu profondo e vero di quanto noi conosciamo. Quasi come se fosse un un eco, una risonanza. Come se appartenesse a una realtà che non conosciamo. Una parola a cui è sicuramente affezionata, usata e riusata nella sua intensa carriera da cantautore. Per esempio in 'Qualche parte del mondo' (dove fuggire lontano/dalla mia vita di sempre) o in 'Ragazzo Mio' (Non metterti a sognare/Lontane isole/Che non esistono), nella struggente 'Un giorno dopo l'altro' (La nave ha gia lasciato il porto/E dalla riva sembra un punto lontano) e per finire, nella liberatoria 'Ciao, amore ciao' (Andare via lontano/Cercare un altro mondo).
Per il cantautore Genovese esiste la possibilità di abbattere il muro dello spazio e del tempo. Per questa complicata operazione ci serviamo di un elemento fondamentale, la memoria. Il brano è un continuo paragonare, Tenco paragona i suoi tratti fisici e caratteriali a quelli di un ipotetico uomo che avrebbe fatto compagnia alla donna amata. La memoria non agisce in modo volontario, non siamo noi a gestirla. Essa si manifesta nel mondo piu autonomo possibile, basta una semplice sensazione, un piccolo aspetto visivo, per far tornare alla mente una situazione, una persona (ti farà ripensare ai miei occhi/ti farà ripensare al mio volto/troverai quella mia timidezza).
E ad un tratto chissà come e chissà perchè
ti troverai a parlargli di me
di un amore ormai troppo lontano...
Nei primi passi il tema del ricordo riesumava solo determinati caratteri, sia fisici che psicologici. In un istante, in un momento ben preciso, chissà come e chissà perchè, il protagonista verrà ricordato nel suo complesso, nella sua integrità. La magia è compiuta, Luigi rivive nei brevi momenti di ricordo da parte della ragazza tanto amata. Un amore ormai troppo lontano, che rappresenta un verso chiave. Un amore 'troppo lontano', in cui il poeta vede se stesso come in una dimensione diversa. Nulla puo rendere l'idea della distanza come quella che oltrepassa la realtà materiale. Ma che grazie alla memoria è un amore ancora vivo nell' anima dei due, che tramite quest ultima possono rompere il muro spazio-temporale. Un brano che è un girotondo, un sogno ad occhi aperti, un vortice che ti prende e ti porta con se.
Il titolo della canzone è un susseguirsi di due termini uguali (come l'artista aveva gia fatto in un altro meraviglioso brano, Vedrai Vedrai). Sul piano strutturale la canzone non presenta un ritornello. Una ballata che sotto questo punto di vista puo ricordare le canzoni di un altro grande Genovese, Fabrizio De Andrè. Sembra che le fasi iniziali del brano riprendano la Sonata n°14 (Al chiaro di luna) di Beethoven, a dimostrazione di quanto Luigi conoscesse la musica. Un particolare degno di nota è il dolce e soave coro di voci femminili che si presenta all' inizio del brano, che portano alla mente l'immagine di una figura femminile evanescente, lontana, che si disperde velocemente, tra spazio e tempo. Memorabile un interpretazione della canzone sempre nel 1966 alla 'Scala Reale' reperibile facilmente su Youtube. Una capacità innata di mettere in scena le proprie canzoni, diventano un tutt uno con le note che si sta interpretando. Mani in tasca, voce malinconica al punto giusto, una minima impeccabile accompagnata da un espressione del viso divinamente adatta alla situazione. I punti piu alti vengono toccati quando l'artista è faccia al muro con gli occhi chiusi, esprimendo tutto il proprio dolore. Da sottolineare quanto, almeno per le mie orecchie, sia invecchiata bene la sua musica rispetto ad altri suoi illustri colleghi come Sergio Endrigo o Bruno Lauzi.
Non voglio discutere su come e in che modo è avvenuta la sua prematura morte dovuta a un suicidio/omicidio che ancora oggi è mistero, forse dovuta a una triste incomprensione nei suoi riguardi da parte di un pubblico evidentemente non ancora pronto, un alone di mistero che aleggia intorno a un nome che anche di quest ultimo ha fatto la sua peculiarità. Ne tanto meno voglio discutere su come e perchè la fama di questo personaggio ha attraversato i decenni facendo di lui una figura culto del panorama della canzone Italiana. Volevo solo rispolverare un brano che riesce ancora, dopo tanti ascolti, a farmi volare con la mente, e a trasportarmi cosi, lontano lontano nel tempo e nel mondo.
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