Dato per scontato che la cosiddetta libido è una forza naturale che accomuna tutti gli esseri viventi appartenenti a qualsiasi specie animale, resta però valida la domanda : ma fino a che punto ci si può spingere? Quando insomma si è in presenza di una trasgressione tale da pensare che ci sia una devianza nella sessualità ? Una domanda per niente peregrina, soprattutto se ci si trova di fronte a un film come "Grandezza naturale" realizzato da Luis Garcia Berlanga nel 1973 e di cui trovai copia su dvd alcuni anni fa, mentre ero in visita a Madrid (ancora oggi l'opera è reperibile solo sul mercato spagnolo con il titolo originale "Tamano natural" ).
Qui è bene premettere che il regista Berlanga ebbe modo di lavorare per molti anni nella Spagna franchista, non propriamente comprensiva verso certo cinema d'autore. Eppure Berlanga, lasciando sotto traccia certo approccio ironico, non diresse films tanto apologetici ed accomodanti verso la mentalità imperante nella Spagna del periodo. Ovviamente il film qui da me recensito era decisamente audace e uscì in Francia nel 1974, in Italia l'anno successivo ed in Spagna solo nel 1977 (quando il generalissimo Francisco Franco aveva tirato le cuoia) e fu comunque sempre accolto da certo scalpore e incredibili richieste di ritiro dalla circolazione (ma di ciò accennero' poi).
La vicenda è imperniata su un affermato chirurgo dentista francese di mezza età, di nome Michel, che sprofonda nella noia della routine coniugale (pur essendo la moglie una donna brillante e carina). Come uscire da questa situazione, dal momento che perfino le occasionali scappatelle extraconiugali non portano da alcuna parte ? Beh, avendo le disponibilità, ecco una novità pruriginosa: farsi recapitare (ritirandolo di persona alla dogana) dall 'estero (forse una nazione scandinava) opportunamente inscatolata nientemeno che una bambola gonfiabile, perfettamente fedele all' originale di un'affascinante donna bionda sexy, quella che si direbbe una vera e propria bomba del sesso. Una bizzarria da parte di un uomo sessualmente sano come Michel (interpretato da un grande Michel Piccoli, attore sempre a suo agio nei ruoli di uomini moralmente discutibili) che forse si illude di tenere segreta, nel ripostiglio dello studio dentistico, l'arrapante bambola.
Ma ben presto la situazione gli sfugge di mano e non si tratta solo di sfogarsi sessualmente con la tipa artificiale, Per lui la relazione diventa la sua ossessione, la sua ragione di vita. Perché lasciare l'intrallazzo segreto? Vale la pena porre la moglie di fronte al fatto compiuto (facilmente immaginabile la reazione della suddetta) , rendere nota la situazione anche alla madre (stranamente più comprensiva verso il figlio) e portare tutto alle estreme conseguenze. Quindi separazione e divorzio dalla coniuge , addirittura la celebrazione di nozze con la bambola fra le mura del nuovo domicilio dove i novelli sposini si ritirano a vivere in rotta con il mondo circostante, fino a creare come se niente fosse una coppia quasi normale se si tiene conto (qui è evidente la forzatura della sceneggiatura) della presenza di un infante evidentemente adottato e avvinghiato alle poppe della nuova moglie artificiale di Michel.
Tutto bene dunque? Certamente no se, nonostante la bambola sia un simulacro di donna remissiva verso un maschio così vizioso, la gelosia e la possessivita' facciano capolino ovunque e pure in questa situazione anormale e, senza specificare i successivi sviluppi, l'esito dell'intera vicenda sarà tragico e il colpo di scena lascerà spiazzato lo spettatore (della serie : perfino un oggetto artificiale ideato per dare piacere a chi lo possiede, può rivelarsi mortale per il legittimo proprietario..).
È evidente che siamo in presenza di un apologo molto corrosivo verso certa moralità borghese double face, pubblicamente irreprensibile ma privatamente depravata, ossessionata dal desiderio di essere moderna (ai tempi in cui fu realizzato il film disporre di una bambola gonfiabile doveva essere veramente a la page). Il personaggio principale, il dentista Michel potrebbe reputarsi soddisfatto della vita ma il tedio che lo affligge lo porta fuori strada. La liberalizzazione dei costumi, che si viveva in quegli anni in cui uscì il film, poteva certo aprire orizzonti e prospettive di vita interessanti, portare ad una sessualità libera ed espansa ("sudaticcia" l'avrebbe definita in una celebre battuta Nanni Moretti ) ma arrivare al punto di perdere la testa per una donna artificiale non poteva costituire una valida alternativa e non poteva garantire un sano equilibrio psico fisico . Difficile quindi provare empatia per il dentista Michel , uomo sessualmente confuso e deviato, preso di mira da un sulfureo regista come Berlanga.
E detto così parrebbe un messaggio chiaro e condivisibile . Solo che, negli anni dell'uscita del film, per quanto fosse facile trovare pellicole dotate di scene di sesso perlomeno accennato, se non pure esplicito, si levarono polemiche furiose per i temi trattati da Berlanga. E, incredibile ma vero, gli allora diffusi circoli femministi pensarono bene, in veste di moderni ausiliari della santa inquisizione censoria, di auspicare il ritiro dalla circolazione della maledetta pellicola rea di veicolare un'immagine maschilista della donna oggetto (il film resto' nelle sale in Italia per poco tempo e ancora oggi non lo si trova sul mercato italiano dei dvd) . Per quanto "Grandezza naturale" sia un'opera dai contenuti audaci e non privo di passaggi scabrosi, a mio avviso risulta semmai una caustica rappresentazione di una malata sessuodipendenza da parte di un personaggio maschile patetico ed in crisi. Ecco pertanto un'ennesima dimostrazione di come la censura possa essere ottusa e di come sia giusto lasciare al singolo spettatore la completa facoltà di apprezzare o meno un'opera cinematografica, senza che altri (parte di minoranze) si ergano a supremi giudici del bello artistico e del moralmente accettabile.
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