Un 'Best Of' ed una raccolta di cover, nulla di più per salutarci.

Ultimo commiato per i Luna, band piuttosto misconosciuta nel panorama indie americano. Purtroppo mentre erano in vita quasi tutti li hanno colpevolmente snobbati e pure io non riuscivo a convincermi ad avvicinarmi ad un loro qualsiasi lavoro: eppure non è lo stesso errore che voglio fare di fronte a questa meravigliosa raccolta di pop songs assai autunnali.

I Luna nascono una quindicina d'anni fa su iniziativa di Dean Wareham (americano d'adozione, ma di origini neozelandesi) dopo lo scioglimento della sua precedente band, i Galaxie 500: la loro proposta mischia sapientemente la canzone d'autore americana (il Lou Reed solista su tutti, ma non mancano spunti ancor più tradizionali), qualche coretto jazzy-pop ed un lontano sentore di psichedelia spaziale. Il risultato può assomigliare alle cose più easy listening degli Yo La Tengo, sostituendo però il loro gusto per la dissonanza e la sperimentazione con un piglio assai romantico e poetico.

Diciassette canzoni e non una brutta, un concentrato di emozioni che vanno a toccare il nostro animo e le nostre corde più emozionabili. Niente di troppo complicato, cerebrale, avanguardista o onanista. Puro indie pop di classe cristallina. E pare quasi inutile stare qui a parlare, a citare le canzoni (Tiger Lily, 23 Minutes In Brussels, Chinatown, Superfreaky Memories, Lovedust e Black Postcards le mie preferite, quelle in possesso delle chiavi del mio cuore): basta mettere su il disco e lasciarsi andare.

In fondo sembra sempre di innamorarsi e di avere un amico (grazie Dean...) a cui raccontare gioie e dolori, pronto ad ascoltarti a sintonizzarsi sui tuoi sentimenti a trasformarli in magia.

Addio Luna e grazie, anche se ormai giungiamo tutti in ritardo.

 

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