San Francisco, scantinato afoso e semibuio. Resti di un burrito sul tavolino. Alla televisione i Massive Attack. Il vecchio giradischi suona i Death In June. Ma salta, e va a velocità rallentata. Alle pareti poster di band Black Metal, sgualciti, strappati. Fanno pena.
Entra un tizio. È sgualcito pure lui. Non si vede in faccia. Non lo si vedrà mai in faccia. Nel suo campo, forse il migliore. Jeff ha passato gli ultimi anni a suonare in giro per gli Stati Uniti, con amici e compagni, soprattutto da solo. Jeff Whitehead: cioè Wrest, la mente dietro Leviathan, membro dei Twilight, voce prestata agli amici Sunn O)).
E poi Lurker Of Chalice.
Lurker Of Chalice è un progetto spiazzante. "Lurker Of Chalice" è un disco spiazzante. È "La Masquerade Infernale" del Depressive.
Come il capolavoro degli Arcturus questo disco sublima al meglio lo spirito di un genere musicale e paradossalmente lo fa allontanandosi progressivamente da ciò di cui è simbolo. Laddove i norvegesi riunivano teatralità, rabbia, orrore e forza del Black metal scandinavo, pur forgiando un'opera da esso distante, Wrest concepisce un disco che si nutre di disperazione, angoscia e nichilismo del Depressive rimanendo in territori separati da quello. Ambient, Dark Ambient, Elettronica, Doom, Funeral Doom. Di Black, pochissimo. E neanche di quello rozzo e blasfemo poi.
Lurker Of Chalice è la memoria musicale di quanto più decadente sia stato prodotto negli ultimi decenni, rivisto, corretto, stravolto. Unico. D'un tratto i Neurosis si trovano a jammare con i Death In June, i suoni spaziali dei Pink Floyd flirtano col Black maestoso di Blut Aus Nord, le chitarre liquide di Xasthur spezzano le trame eteree di Vinterriket.
Il disco si presenta diviso idealmente in tre parti distinte, ma che alla fine sembrano rivelare un percorso comune, metamusicale ma anche esistenziale. Nella prima parte si assiste ad una rilettura della musica estrema, alla luce dell'Ambient e della sperimentazione sonora; dopo un breve pezzo introduttivo ("I"), dal sapore epico e guerresco, dove il rullare di tamburi della drum machine sorregge un riff ripetitivo di chitarra, si passa al centro di questo primo "Movimento": "Piercing Where They Might". In teoria un pezzo di black americano, debitore del Depressive di Xasthur e Leviathan. In pratica un'altra cosa: la voce è fredda meccanizzata da effetti e distorsioni, non canta, non urla, intona un peana, cyber e nichilista. Il riff portante è grezzo, relegato miseramente in secondo piano, sorregge soltanto quello della solista, che ritorna ossessivo per tutto il pezzo.
Nella seconda parte la musica si capovolge, si accartoccia su se stessa: quella estrema fa spazio alle sperimentazioni più assurde, sempre in linea con la freddezza e la delicatezza che caratterizza l'album (anche nei momenti più veloci e pesanti). "This Blood Falls As Mortal" e gli altri brani di questa parte centrale esplorano luoghi sconosciuti all'ascoltatore musica estrema (in campo metal) ma riescono comunque a catturare per la coerenza che dimostrano con il concept che pervade il disco. L'ultima parte cambia ancora pelle, sintesi perfetta dei due Movimenti precedenti: la musica estrema dell'inizio si unisce all'avanguardia della sezione centrale per creare qualcosa di coinvolgente. "Granite" ricorda qualcosa dei Blut Aus Nord, e qualcosa di Xasthur, ma elabora uno stile personale: un riff melodioso e vorticoso di basso guida la song dove le tastiere e i cori di clean vocals creano un'atmosfera commovente ed epica. "Vortex Chalice" è una citazione ammiccante dei Neurosis più dediti al Folk Apocalittico, ma li mischia con un uso della rumoristica e dell'elettronica davvero riusciti, con momenti che ricordano i Novembre di Novembrine Waltz per intensità e sentimento.
Il traguardo compositivo del disco è la song finale, "Fastened To The Five Points": un brano di Funeral , con un gusto melodico fuori dal comune. La pesantezza del Doom è stemperata da inserti malinconici di chitarra e pianoforte, secondo un gusto per la melodia simile a quello di Nocturnal Poisoning di Xasthur. Pare un incrocio tra My Shamefull e Pink Floyd, quelli di "Wish You Were Here". Grandezza delle composizioni a parte, il disco è disseminato di elementi surreali che danno un tocco disturbante alla musica; il recitato di Wrest che arricchisce i momenti più eterei; "Paramnesia" che parte come un pezzo electro-jazz per sfociare in un momento corale di grande effetto; il finale di "Piercing.." con il suo folk dal sapore messicano e sbilenco (!)...
Il mondo di Wrest è variopinto e complesso pur rimanendo in territori oscuri: musica e testi si scostano dall'estremismo di Malefic (Xasthur), più legato a mondo paralleli e sensazioni assolute, intollerabili; quello di Leviathan e Lurker Of Chalice è più disponibile a lasciarsi contaminare dal mondo reale, a filtrarlo e distorcerlo attraverso la propria personalità, ad assimilarlo e mutarlo.
Stampato in poche migliaia di copie dalla mitica THR e ristampato (ma a partire da altri master) dall Southern Lord in 777 esemplari. Il progetto LOC è nato già concluso: altri 4 dischi nello stesso stile sono stati composti ma non ancora pubblicati. Fate voi...
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