Ci sono album che diventano un'ipotetica colonna sonora della vita, che ti lasciano dentro emozioni e sensazioni uniche, che ti ammaliano tanto da non poterne fare più a meno. Immaginate un film che racconti la vostra vita e poi aggiungeteci un album con la funzione di colonna sonora. Nel mio caso avrei alcuni dubbi su quale lavoro scegliere, ma sicuramente tra i "candidati", "Metavoid" ci sarebbe sicuramente. Questo perchè rispecchia il mio personale modo di vivere e vedere la realtà. Ed è proprio per il mio modo pessimista e catastrofico di rapportarmi alle cose che Metavoid (sesto album di Lustmord) si sposa a meraviglia con il mio stato d'animo. Perchè questo disco è un concentrato di suoni oscuri e pressanti, che vogliono intimidire con la loro forza l'ascoltatore. Otto composizioni malsane che mi riportano alla mente vecchi riti all'interno delle caverne, quando l'uomo non dominava il mondo ma ne era dominato.

Stilisticamente "Metavoid" si distacca dalla produzione precedente di Brian Williams. Se infatti, soprattutto nei primi tre album le song erano una strana accozzaglia di suoni e sinistri "rumori", qui il sound si fa nettamente più corposo. Nonostante questo il dark ambient rimane un genere che non ha basi, che rimane distante a qualsiasi tipo di canone musicale, che rigetta la melodia. Lustmord, uno dei maggiori esponenti di questo modo di fare musica, unisce le paure dell'uomo attraverso una straordinaria capacità di fondere insieme elementi oscuri, drone e suoni ancestrali. La musica di Williams non è quella bella e tranquilla che ascolti alla radio mentre sei in macchina e non è neanche quella che "a palla" distrugge il tuo impianto audio. Questa è musica (anche se musica forse non è il termine più adatto) da ascoltare da soli, magari con delle cuffie. Questo perchè Lustmord ha il dono di saper evocare dei veri e propri viaggi interiori con la sua arte e riuscire a calarsi nella profondità dei suoi lavori è un'esperienza unica e terrificante. Emblematica in questo senso la mastodontica "The eliminating angel" che con i suoi undici minuti ci trasporta al di là di quello che la normale "musica" riesce a fare. Il suono è ovattato, crea grigi spirali sonore che si intrecciano silenziosamente a sussurri spaziali e lontani...

Questo "Metavoid" è una delle più grandi cose fatte da Lustmord ed uno dei capisaldi del dark ambient. Una musica che si evolve, che "vive" e si attacca morbosamente al tuo corpo creando al tuo interno delle sensazioni che non ti lasciano facilmente, perchè ti rimangono dentro per tutta la giornata. Ricordo un mio amico che definì quest'album "metafisico". Un'espressione questa che può essere allargata anche all'intera carriera musicale di Lustmord, che ha saputo evolvere se stesso e la sua concezione musicale creando in Metavoid il connubio perfetto tra la paura umana e il mutevole evolversi della sua creazione artistica.

1. "The Ambivalent Abyss" (12:14)
2. "Blood Deep In Dread" (7:54)
3. "The Eliminating Angel" (11:45)
4. "Oblivion" (6:36)
5. "The Outer Shadow" (6:44)
6. "Infinite Domain" (8:27)
7. "A Light That Is Darkness" (4:54)
8. "Insignificance" (5:01)

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