Ogni album di Lustmord è un viaggio verso l'ignoto, nell'indefinito, tra fiumi di emozioni sotterranee. Parlare di un artista così poliedrico e "complicato" è quantomai complesso, ma sono le canzoni stesse che fanno nascere all'interno di chi le ascolta le sensazioni giuste per riuscire poi a descrivere un lavoro come questo. La percezione metafisica che Brian Williams riesce a dare alle sue composizioni è qualcosa di unico nel panorama mondiale.
L'album, composto da sole cinque tracce, risulta essere nonostante l'esiguo numero di song un viaggo perfetto tra i meandri più oscuri della psiche umana, dove saremo accompagnati da sinistri scricchiolii, voci sussuranti e atmosfere sepolcrali, in un continuo esperimento sonoro. Se l'iniziale "Ixaxaar" appare come un pezzo abbastanza ripetitivo e poco coinvolgente, con le successive song Lustmord colpisce il bersaglio, andando a creare nello spettatore uno stato d'ansia opprimente. Quando si ascolta l'epopea sonora "Primordial Atom" sembra di vagare senza metà in una foresta nera, su cui aleggia uno scenario apocalittico. Inquitante quindi la muscia dell'artista ma anche e soprattutto sperimentale. "Protoplasmic Reversion" ci mostra in tutta la sua sfolgorante limpidezza la capacità compositiva di Lustmord che da vita ad una nenia mortale che cambia più volte il suo corso toccando l'animo già abbastanza provato dell'incauto ascoltatore.
Ci sono diversi modi per difinire la musica di quest'uomo ma uno qualunque sarebbe riduttivo per comprendere appieno le sue doti di compositore. Il buon vecchio Brian sa cosa vuole, sa come inquietare e "The Daathian Doorway" ne è la prova. Un'estenuante accozaglia di suoni che avvelena la mente, quasi malevola nel suo incidere. L'album si conclude con una delle più estenuanti ma allo stesso tempo ammalianti composizioni di Lustmord: "The Fourth And Final Key" di cui risulta davvero difficile fare un'analisi.
The monstrous soul è un grande album, un'opera complessa e spaventosa. Non siamo ai massimi livelli che verrano toccati in futuro, ma da qui si intravede una virata netta verso l'aspetto più orrorifico e meno sperimentale che era maggiormente presente nei due album precedenti. Lustmord è il Baudelaire della musica...
- "Ixaxaar" (5:05)
- "Primordial Atom" (25:21)
- "Protoplasmic Reversion" (5:53)
- "The Daathian Doorway" (6:27)
- "The Fourth And Final Key" (11:02)
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