Lycia è il progetto gotico-elettronico del chitarrista statunitense Micheal Van Portfleet.

Costruito in bilico fra le dilatazioni dei corrieri cosmici Kraut quali Klaus Schulze e Tangerine Dream e la percussività funerea di Children Of God degli Swans, questo suo terzo album è datato 1993.

La sua musica viene da molto più lontano, distante nel tempo e nello spazio.

Dal medioevo parte affiorando dalle brughiere nebbiose e desolate dell'est europeo, dalle cantine umide e vuote di un castello della Transilvania echeggia nei secoli attraverso oceani e continenti ed arriva a noi, gotica e ancestrale, per narrarci storie millenarie di amore e di morte.

Colpi stanchi di batteria si affannano lenti e pesanti, carichi della polvere del tempo che ogni battito alza nell' atmosfera grigia e fumosa, la chitarra piange volteggiando sospesa e rarefatta nell' aria, fra alberi rinsecchiti e spogli, mentre le tastiere, come libellule agonizzanti in una ragnatela, esalano i loro ultimi respiri e una voce vaga per le deserte pianure piovose, fredda e profetica.

Si, arriva da lontano questa musica, tormentata ed antica, ghiacciata all'imbrunire e sprofondata in un doloroso oblio che attanaglia la sua anima e non gli concede il piacere della morte.

A Day In The Stark Corner è la sinfonia del nulla che piano avanza, il lamento di uno zombie stanco di vivere, il disperato rimpianto di un fantasma verso una vita che vede scorrere lontana ma che non può più toccare.

Decadente. 

 

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