Continuiamo la nostra esplorazione nel magico mondo dei Lycia.
Dopo aver recensito il monumentale "The Burning Circle and then Dust", eccomi a descrivere un loro precedente capolavoro: "Ionia".
"Ionia" è stato realizzato tra il 1990 e il 1991, dopo l'esordio intitolato "Wake". Esordio ancora pregno di richiami alla darkwave anni '80 e, diciamocelo, esordio piuttosto acerbo oltre che leggermente ingenuo. Su Ionia le cose cambiano. Dalla darkwave vecchio stampo si passa ad un sound di difficile codificazione. E' gothic ma c'è anche dello shoegaze e della psichedelia molto liquida. Musica onirica, perfetta colonna sonora per esistenze abuliche o perse nell'ipersonnia. Testi che colpiscono per il loro fatalismo e per la loro decadenza.
Le tastiere sono l'elemento chiave per comprendere la musica dei Lycia. Esse compongono tappeti sonori spaziali sui quali camminare come su di un lago ghiacciato.
Le chitarre, acerbe, si odono in lontananza sotto forma di riverberi e di riff semplici oltre che soffocati sul nascere. Le percussioni, altro aspetto importante, tengono il tempo come un lento e lugubre pendolo.
Tutto è rarefatto ed irreale. Sembra di vivere in una dimensione onirica e sinistra. Il tempo si dilata e i suoni si disperdono nell'eco.
Un album forse non ai livelli del già citato doppio o di "A Day in The Start Corner" ma, certamente, la prima prova matura di quello che i Lycia di lì a poco ci proporranno.
Musica per pochi e, soprattutto, musica per chi ha voglia di abbandonare questo mondo con l'arrivo delle prime ore della notte. Consigliatissimo.
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