At The End Of The Dream, Where Nothing Remains/Symphonic Noise del romano Stefano Di Serio aka Lyke Wake è una delle sue opere più ambiziose. Si tratta del seguito dello splendido Crawling Through Abyss Of Pain/Simphonic Noise. Lyke Wake è un artista integro che cercato sempre di esplorare nella sua musica diversi stili. Forse questo è dovuto al suo vasto background. Nonostante sia nato all’interno della scena post industriale italiana Lyke Wake è un grande estimatore della Musica Cosmica tedesca degli anni ‘70 e di Klaus Schulze (e anche del progressive). E in effetti l’influenza del maestro tedesco è ben avvertibile nella sua produzione a fianco delle sonorità noise. In questo nuovo lavoro Stefano Di Serio ha voluto percorrere strade ancora più innovative fondendo ulteriormente le parti sinfoniche agli elementi noise e inserendo violino, flauto e voce. In realtà il suono degli archi proviene da un synth con l’arpeggiatore per il violino mentre la voce è generata da campionamenti trovati in rete. Il risultato è sontuoso: durante l’ascolto della lunga suite (di oltre 65 minuti) veniamo immersi in un’ambientazione algida e cupa che riflette sicuramente il punto di vista negativo dell’artista sulla realtà quotidiana (“il disagio di chi si trova in un mondo non suo sapendo che il proprio non esiste”). L'effetto è catartico e mi sento di dire che questo è forse il suo album più “schulziano”. Mi è venuto in mente Irrlicht, un disco che era definito una “sinfonia quadrifonica per orchestra e macchine elettroniche” ma anche Audentity, caratterizzato dalle sonorità del violino di Wolfgang Tiepold. In ogni caso il risultato è originale e suona come un disco di Lyke Wake. Ho trovato molto buone le parti di voce (un espediente usato anche da Schulze in Black Dance) che danno un tocco quasi da opera in nero all’insieme mentre i momenti in cui il noise si unisce alle ambientazioni sinfoniche sono stranianti. At The End Of The Dream, Where Nothing Remains/Symphonic Noise è un disco coraggioso che merita la vostra attenzione.

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