Gli Skynyrd ritornano in studio per proporre un nuovo, ennesimo album. Le sonorità, in generale, sono condite da massicce dosi di tecnologia. Il contributo artificiale si sente inevitabilmente, purtroppo. Dite quello che volete, ma il termine "purtroppo" non è campato per aria. Dopotutto stiamo parlando di una band nata rude, grezza e ribelle, ben lontana dal necessitare tecnologie per migliorarsi. Ma il triste destino del gruppo penso lo conoscano praticamente tutti coloro che si apprestano ad acquistare o ascoltare questo disco.

Penso che tutti siano al corrente del tragico incidente aereo del '77, avvenuto tre giorni dopo l'uscita di "Street Survivors", che ha ucciso il leader indiscusso del gruppo Ronnie Van Zant e il chitarrista Steve Gaines. E a mio parere, con la vita di Ronnie se n'è andata anche quella caratteristica che rendeva gli Skynyrd un gruppo unico. Diversi anni dopo, ci ha lasciati anche Allen Collins, lo storico autore di Free Bird. Infine, quest'anno, il triste destino è toccato al tastierista Billy Powell. E così, tocca principalmente a Gary Rossington e Johnny, il fratello minore di Van Zant, portare avanti la baracca. Sono supportati da un buon gruppo, per carità, ma il problema è che ormai la band è stanca e priva di idee. La verità è che da "Street Survivors" in poi, nessun disco degli Skynyrd ha lasciato davvero il segno. Questo "God & Guns", se non si fosse capito, non fa eccezione.
Attenzione però: il fatto che "God & Guns" non sia assolutamente ai livelli di un "Second Helping" o di un (pronounced 'leh-'nérd 'skin-'nérd) non lo rende un brutto disco. Dopotutto parliamo di album ottimi e con un loro forte perché, e arrivare a quei livelli è davvero difficile.

Il disco si espande per 12 tracce, alcune riuscite ed altre meno. I punti di forza di questo "God & Guns" sono i brani "Still Unbroken", che combina un'atmosfera hard rock a sfondo tecnologico con buoni assoli di chitarra, "Unwrite That Song", una romantica ballad dallo spirito sognatore e "Gifted Hands", track maestosa e molto ben riuscita. C'è un po' di tutto in questo "G&G": elementi hard rock, country e ovviamente southern. Un southern più alla Gov't Mule che alla vecchia scuola Lynyrd Skynyrd. Le tracce peggiori a mio avviso sono la orribile "Simple Life", degna colonna sonora di un telefilm disneyano e "Storm", ma più che altro perché replica per l'ennesima volta quanto sentito precedentemente nel disco (si tratta della penultima traccia), facendolo diventare pesante. Le altre canzoni sono generalmente abbastanza buone.

Tutto sommato, "God & Guns" è un lavoro discretamente riuscito. Le pecche principali sono l'alta tecnologia, che, come ho già avuto modo di scrivere, ritengo fortemente incoerente nel contesto Skynyrd e il fatto che questo disco non riesce ad inventare nulla, findendo col portarsi avanti in modo poco convincente. La prova che le storiche band sudiste possono ancora fare ottimi dischi di southern rock e blues degni delle grandi origini del genere, sta in "Hittin' The Note" della Allman Brothers Band, non qui.

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