Il tempo del cambiamento arriva per tutti. Nella musica spesso il cambio di rotta di una band è accolto sia con timore che con estremo interesse da parte della critica o di un fan. Questo momento è arrivato anche per gli M83 (alias Anthony Gonzalez) che con il nuovo album "Harry Up ,We're Dreaming" dovrebbe segnare l'ipotetica consacrazione della band di Antibes, Francia.

Grandi erano le mie aspettative intorno a questo 5° album e (quasi) nulla, di questo lavoro, ha ripagato la mia lunga attesa. Ne viene fuori un album composto da 22 brani, cd fisico diviso in 2 parti ed un numero troppo elevato di canzoni che rende a mio avviso un pò troppo frammentaria l'opera. Le premesse erano interessanti già alla vista della tracklist , dove spiccavano sicuramente i due brani di aperture e chiusura del lavoro, "Intro" (feat.Zola Jesus) e "Outro". Il primo una vera pietra miliare , uno dei pochi pezzi forti dell'opera, dove ti viene senz'altro da pensare "Wow! Grande inizio!" e l'aspettativa cresce sempre più. La voce di Anthony Gonzalez ti incità a " Proseguire! Proseguire! " mentre i bisbigli di Zola Jesus (Nika Danilova) ti convincono che "Abbiamo bisogno delle Stelle... di un nuovo Mondo". L'"Intro" è davvero qualcosa di splendido, in puro stile "Before the Dawn Heals Us " e per di più vi è anche la vicinanza con il secondo interessante singolo dell'album "Midnight City", 2° brano del lavoro. Il testo è incentrato principalmente nell'attesa "di un ruggito" laddove "la città è la mia chiesa". La canzone riporta indubbiamente alle sonorità già espresse nel penultimo lavoro "Saturdays=Youth", album contenente al suo interno brani, come "Skin Of the Night" o "Kim & Jessie", che da soli potrebbero ripagare il prezzo del cd;ecco proprio in questo ampio lavoro manca il perfetto masterpiece, quale potrebbe forse essere uno dei due primi brani.

Dopo l'interesse scema pian piano in brani di illusorio appiglio quali "Reunion", la semi-ballata "Wait" e "Claudia Lewis" ove gli strilli in pieno stile Peter Gabriel, rendono questi pezzi poco "marchio" M83 ma molto dancey dei ricercati anni '80. Interessante potrà sembrare la sperimentale "Raconte Moi-Historie", dove viene utilizzata la voce di un bambino che racconta all'ascoltatore una sua fantastica avventura; qui in effetti sembra di ascoltare le fantasie di Gonzalez che in una recente intervista informa che non gli interessa di essere infastidito dalla vita reale giacchè "preferirei vivere per sempre in un mondo immaginario". Numerosi sono gli intermezzi dell'opera (6 brani sotto i 2 minuti) che potrebbero rendere, per qualche ascoltatore, di inutile funzionalità ma che rendono alla vista dell'interessato un magnifico esempio di viaggio immaginario condotto dall'album.

Nella seconda parte dell'opera da segnalare brani quali "Ok Pal", "Steve McQueen","New Map" e la già citata "Outro"; interessanti sì ma che non graffiano appieno in tutta la loro durata. Il resto è appiattezza in larga scala.

In parte delusione, in parte soggettività ma alla fine quello che mi è ritornato stranamente tra i pensieri è la magnifica raccolta di poesie di Eugenio Montale, dal nome "Ossi di Seppia" ove viene descritto l'uomo residuale, illusorio. Colui che crea intorno a sè mille aspettative, ma che alla fine ha veramente poco da mostrare... 

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