Come avevo preagnosticato nella recensione del loro antecedente album “Hurry Up We’re dreaming”, che ha avuto un successo mondiale, gli M83 erano sull’orlo del baratro della vendita commerciale. E come dimostra quest’ album, uscito nella primavera di questo (quasi finito) anno, nel baratro ci sono caduti in pieno. Poco si salva di quest’ opera che strizza l’occhio al piu’ becero ballabiloide, a certi daft punk dell’ultimo periodo, che piu’ che disco fanno pop. Nonostante questo, e’ sopravvissuto alle radiazioni della banconota qualche strascico di quella fusione tra synth e dream pop a cui ci avevano abituati nei due album precedenti: alcuni pezzi sono di buona fattura e sono confezionati benissimo, anche se raramente risultano innovativi. Dell’ispirazione shoegaze non e’ purtroppo rimasto nulla: il gruppo si e’ ormai allontanato dall’arte e ha imboccato la strada dell’ artigianato. Si distingue “For The Kids”, con una Susanne Sundfor ispiratissima (l’unica canzone, questa, in cui reggo la suddetta, che si e’ unita a Anthony Gonzalez dai tempi della terribile colonna sonora di “Oblivion”): brano elegante e stellare in cui la voce sinuosa della Sundfor scorre limpida su un tappeto di tastiere fino a che il pezzo si avvita a spirale in un assolo di metafisico sax. Canzone dall'anima romantica che recita:

“I don't know when I'll see you again But I know that my love will last for eternity
I'll wait till the stars go dark for you to come back to me” Se vi piace Julee Cruise non potete perderla.

Fervida e intensa anche “Sunday Night 1987”, ballata per cori e cuori cosmici accompagnata da strazianti lamenti di fisarmonica, in un’atmosfera febbricitante di malinconia. Molto carina e perfettamente arrangiata “Atlantique Sud”, primo pezzo del gruppo a essere cantato in francese, le cui sviolinate non nascondono il chiaro riferimemto alla canzone melodica francese degli anni sessanta. Detto questo, rimane poco: il resto si giostra tra pezzi atmosferici e riempitivi della durata di uno/due minuti e brani danzerecci e modaioli di nessunissimo spessore. Dagli M83 mi aspettavo di piu’, ma quando la carta dei soldi canta, solitamente l’ispirazione artistica tace, e questo e’ tutto.

Carico i commenti...  con calma