Appena tornato dal cinema della mia città, ritornato nella realtà, dopo aver visto il tanto atteso primo film di Maccio Capatonda, "Italiano medio", che riprende il trailer andato in onda nel 2012 nel programma "Ma anche no" di Antonello Piroso. Che dire, il film è veramente sensazionale! Niente di più e niente di meno di quello che ci si aspettava: dopo aver proposto decine di trailer il Nostro ha trasformato uno di questi in un film vero e proprio, citando comunque altri dei suoi, con grande effetto tragi-comico. La sua squadra è quella di sempre: Rupert Sciamenna, Ivo Avido e il fido compagno Herbert Ballerina. La pellicola comincia con la storia del piccolo Giulio Verme (e non Giulio Rossi, come nel trailer del 2012) che aveva genitori ignoranti e poi gli fanno sviluppare un forte senso critico. Divenuto grande egli si impegna per l'ambiente e per migliorare il mondo. Poi però incontra AlfonZo Scarabocchio (alias Herbert Ballerina alias Luigi Luciano) che gli offre la famigerata pasticca IM, che fa scendere l'uso del cervello dal noto 20% al solo 2%. Una volta assunta la diabolica pillola Giulio diventa tutto l'opposto di ciò che era: scopatore, strafottente, approfittatore, anche un po' disonesto, e finisce per guardare anche lui MasterVip, evidente parodia del Grande Fratello e della società dell'apparenza televisiva. Finirà per danneggiare il Bioparco di cui si era occupato con l'associazione dallo slogan MOBBASTA (evidente citazione) e per danneggiare l'acqua (riferimento questa volta a "Fernet 9/11°"). Il motivo sarà che una cosa per renderla importante bisogna danneggiarla. Durante il suo percorso Giulio "Italiano Medio" ritornerà Giulio "L'intellettuale" e dovrà chiamare Alfonzo per le pillole. Il primo Giulio inoltre ha una fidanzata che partirà per l'Africa e dopo due settimane ritorna e vede il nuovo Giulio sposato con una "italiana media", tipica donna provocante (l'ottima Barbara Tabita). Giulio si spaccerà per Rud Gullit finendo per andare con un sacco di donne e per ottenere il tavolo dei locali alla moda, oltre a prestarsi per numerosi "selfie" con i fan, veri e propri tablet-dipendenti. Alla fine il film pone la battaglia tra il primo e il secondo Giulio, con una conclusione interrogativa, o meglio di compromesso: si può essere impegnati e menefreghisti, sani e drogati, amare la donna impegnata, cioè la fidanzata Franca, e la "donna con la gonna", ovvero Sharon, Barbara Tabita, appunto. Il finale si chiude con il Nostro con tre televisori, che da piccolo detestava, che abbraccia le due donne e pronuncia un COPULARE, ovvero la versione "intellettuale" dello SCOPARE. L'importanza del compromesso sembra essere il messaggio di fondo del film: non bisogna essere né italiani medi ma nemmeno troppo chiusi in convinzioni/convenzioni anacronistiche e fricchettone.
Ritornato nella realtà... dopo aver visto una splendida rappresentazione di essa al cinema. Voto 5 stelle senza dubbio al Genio di Maccio Capatonda che non soprende per il semplice fatto di aver già sorpreso! Se ci sarà un prossimo film di Maccio, spero di si, purché non si cada nella autocelebrazione, forse l'unico vero difetto di questa pellicola, dove compare anche Mariottide.
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