Il titolo del CD è già una recensione completa. Difficile fare di meglio. 2% Jazz, 98% Funky. Maceo Parker non piace più di tanto ai puristi del Jazz, quelli che vedono in Miles Davis, Charlie Parker, Coltrane, Bill Evans, Cannonball Adderley ("cannonball" perchè sparava le note velocissime), Jimmy Cobbs i veri rappresentanti del Jazz. Secondo me invece Maceo è fondamentale per il Jazz, è lui la chiave che permette di entrare in quel mondo, senza annoiarsi. Ascoltare jazz senza passare prima da Maceo è come se uno va agli uffizi di Firenze senza avere mai sentito parlare di pittura. È bello si, ma poi? Invece Maceo è quello che ti fa avvicinare all'arte, che te la fa amare, te la fa scoprire, e sopratutto quello che ti fa incuriosire. Magari qualche disco suo è un po' troppo commerciale, ma per gli analfabeti del Jazz che siamo noi è più che sufficiente.

Per cominciare. Maceo Parker rimane uno dei musicisti che hanno collaborato con i più grandi: James Brown sul palco dei suoi concerti gli lanciava "Maceo! Blow your horn!" (Maceo! fai esplodere 'sto sassofono!). Ha lavorato con i The Parliament (George Clinton, vi ricorda qualcosa? quello che ha prodotto i primi dischi dei Red Hot Chili Peppers, universalmente conosciuto nel mondo [tranne che in Italia] per il suo funk e il suo "crazy style" ), con Bootsy Collins, Fred wesley, Pee Wee Ellis ecc. ecc. Ecco, una volta presentato il personnaggio e lo stile, tocca presentare il disco.

Live in Cologne, Germania. Sarà la reazione chimica tra due entità opposte (un popolo tedesco che si dice freddo e un sassofonista nero americano caldissimo), sarà che il popolo tedesco non è così freddo come si dice, sta di fatto che quella sera lo Stadtgarten di Cologne è esploso. Tutto comincia con il fremito del pubblico, un pubblico tipicamente funk, che partecipa al concerto, che suona con le sue urla e le sue mani. Applausi, grida, richiami, battute, applausi. Parte il basso: dum dom dom dum... dududum... dum. Parte la batteria e poi la chitarra con la "cocotte" (quel rif che rende la chitarra uno strumento a percussione), il pubblico esulta. Entra in scena il grande Maceo con una presentazione a metà strada tra Ice Cube e James Brown. Avverte il pubblico: 2% jazz 98% funky oh! A raccontarlo così sembra che c'ero anch'io a Cologne. Invece non ci sono mai stato, ma quando stai a casa a cazzeggiare, senza una meta per la giornata, e accendi lo stereo con Life on Planet Groove (da sentire rigorosamente come ogni disco che si rispetti dall'inizio alla fine, senza passare dalla pista 2 alla pista 1 e poi alla 6), ecco che ti si illumina la stanza, la casa, il cervello, l'anima. Magari è vero che starai un'ora in cucina a scatenarti e a ballare da solo inventando mosse da B-BOY (per chi arriva di colpo in casa può sembrare un po' strano), ma dopo, la giornata ricomincia. Il concerto continua per un'ora e mezza, senza calare mai, mai, mai di ritmo, anche nelle canzoni più dolci. Ma non ve lo racconto non vorrei rovinarvi il disco!

Se qualcuno di voi ha la possibilità di andare a vedere un concerto di Maceo Parker, innanzitutto mi faccia sapere dove, come e quando così ci vado io, e poi andateci, perché deve essere un'esperienza che raggiunge quasi i livelli dei concerti di James Brown.

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