Nel secondo disco dei Machine Head cambia il batterista Chris Kontos, che gia era bravo, sostituito da Dave McLaine che si rivela una vera e propria macchina da guerra.

Questo lavoro va inserito nei capolavori metal degli anni '90 al fianco di "Demanufacture" dei "Fear Factory", e "Far Beyond Driven" dei "Pantera"; gli altri per me compreso i dischi dei "Sepultura" sono tutti un gradino più in basso, non gli darei quattro, sempre da cinque, ma questo disco epocale segna una svolta tra quello che ha rappresentato il metal prima della sua uscita e cosa sarà il metal dopo ovvero non è ancora stato eguagliato.
Non pensate ai "KoRn" e al primo cd perchè quello è un colpo di genio a tutto: è ingiudicabile. Il capolavoro thrash dei "Machine Head" va esaltato per la sua brutalità, per gli strumenti, per la voce, insomma se lo stai toccando con mano mettilo nel lettore non bruciarlo potrebbero partire colpi di AK47 che ti dilanierebbero il corpo lasciandoti privo di forze o addirittura moribondo.

La band proviene da Oakland, un posto da evitare per via delle faide da gang, ed è qui che lo registrano con Colin Richardson. Si possono trovare elementi di: "Sepultura", "Pantera", "Slayer", "Fear Factory", "Korn". Niente male, eh? La bravura dei "Machine Head" consiste proprio nel saper amalgamare le varie influenze in una serie di canzoni che, ascoltate una dopo l'altra, regalano sensazioni di compattezza assoluta. Ma andiamo con ordine.
La partenza è bruciante ma perfettamente auto-controllata: "Ten Ton Hammer" gia preannuncia il delirio, ha qualcosa dei "Prong" e dei "Korn". "Take My Scars", uscito come primo singolo, ha un intro paurosa che sfocia in un riff spacca muri-spacca casse rievocando i "Pantera" nel cantato e i "Fear Factory" nel suonato. "Struck A Nerve" insieme a "Bay Of Pigs" ricordano velocità tipiche dei "Discharge" e "Agnostic Front" in chiave thrash-new-metal.

"Down To None", "Spine" e "Blistering" stilisticamente sono le migliori, anche se dal vivo non le ripropongono più, canzoni molto a "rappresentanza" del ghetto thrash-metal di scuola "Slayer" in cui non torneranno più a suonare perchè prenderanno una strada new-metal incongruenta. Il capolavoro rimane "The Frontlines" un brano straordinario, provate ad ascoltarlo vi stupirà per i continui cambi di ritmo tra strofe-ponti-chorus e il lavoro di McLaine che sembra usare tutte le parti della batteria di cui dispone, con controtempi degni dei migliori "Tool". 1997

Se dopo averlo ascoltato pensate che non sia il massimo della pesantezza lasciate perdere questo disco e anche i commenti.

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