Cosa ci si può aspettare da un gruppo come i Machine Head dopo un gran disco come "The Blackening"? 
Molte volte le proposte di validi gruppi si rivelano essere un mucchio di banalità simili a quelle che si sentono da pseudo-neo-economisti improvvisati in tempi di moria delle vacche. Si scrive per scrivere. Si scrive per vendersi, perché c'è una scadenza o perché sono finite le birre in frigo.


Fortunatamente questo non è successo ai 4 di Oakland, che sono stati in grado di sfornare un buon disco, immediato, capace di catturare l'attenzione e che conferma il cammino sonoro intrapreso con il predecessore. Ora una mano è protesa al glorioso thrash che fu (naturalmente riproposto in chiave Machine Head), e l'altra tiene in mano una chitarra classica (pare che Flynn si sia messo a studiarla).
I testi sono diretti ed incazzati al punto giusto da fondersi perfettamente con le musiche per formare questo "Unto The Locust", un vero e proprio "swarm of the locust" che avvolge chi l'ascolta per tutte le 7 tracce del disco.
Gli ingredienti ci sono, c'è l'attitudine adatta, c'è la rabbia, ci sono le aperture melodiche che li contraddistinguono e si, c'è anche quello che è stato definito un "coro medioevale" come apertura del disco in "I Am Hell (Sonata in C#)". Il disco si fa sentire che è una meraviglia, procede con un machineheadiano "Be Still And Know", colpisce con "Locust" e soprattutto con "This Is The End", a mio parere la Traccia del disco, e continua fino alla fine ad alti livelli (forse un pò pacchiano il coro d'apertura di "Who We Are", cantato dai vari Machine Head junior).
Nella Collector's edition, oltre ad un dvd con il making of del disco, sono presenti altre 3 tracce, di cui una ben riuscita cover di "The Sentinel" dei Judas Priest, "Witch Hunt" dei Rush e una versione acustica di "Darkness Within".


Tirando le somme di questo "viaggio verso la locusta", siamo davanti ad un'ottima prova per i Machine Head, che dopo un grandissimo disco come è stato il loro penultimo lavoro, sono riusciti a dimostrare che non si trattava di un isolato picco creativo.
Per me questo "Unto The Locust" merita un 9/10, perché comunque "The Blackening" è "The Blackening".
Il fatto poi che il giorno in cui ho deciso di comprare il disco, questo mi sia stato regalato, beh, ha reso l'ascolto e la scrittura molto, molto più belli.
Grazie millemila.

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