Uno dei luoghi fisici più ricorrenti in molte storie di fantascienza è quello delle città orbitanti che in tutti i casi costituiscono posti accessibili solo a pochi e che in molti casi costituiscono attrazioni turistiche di lusso e casinò spaziali, dove ci sono poche regole (la principale: tenere la bocca chiusa) e non si pagano le tasse. Una specie di porto franco e su cui non vige nessuna giurisdizione.
Siamo alla fine degli anni settanta quando dopo i primi atterraggi sulla Luna fu cominciata la costruzione di una piattaforma spaziale. Furono investiti miliardi, quando improvvisamente si decise di cambiare del tutto i piani e concentrarsi su di una base sul suolo lunare, ‘Luna City’. Il dilemma a questo punto era: che fare della piattaforma spaziale? La risposta fu il trasferimento a una organizzazione privata, la Satellite City Authority, che si presentava come una organizzazione senza scopo di lucro e che avrebbe gestito la piattaforma dove si trovavano del resto importanti lavoratori scientifici e un ospedale orbitale.
Tuttavia ‘Satellite City’ si creò ben presto un sistema bancario autonomo indipendente e fu creata la borsa di Satellite City, spina nel fianco di tutte le borse valori della Terra e di conseguenza aprì alle attività delle case da gioco e al turismo spaziale. Un lusso per pochi ma una attività incredibilmente fruttuosa.
È in questo contesto che facciamo la conoscenza del nostro antieroe, l’investigatore privato Rex Bader, il protagonista di questo romanzo di Mack Reynolds pubblicato per la prima volta nel 1975 e che possiamo considerare chiaramente liberamente ispirato al Philip Marlowe di Raymond Chandler (quale investigatore privato del mondo della letteratura e del cinema non lo è del resto).
Ufficialmente Bader si trova su Satellite City, dietro incarico governativo e ovviamente in incognito, per scoprire fino a che punto possano essere ‘lecite’ le attività concesse sulla piattaforma e ai suoi visitatori e dove si dice che tutto sia concesso e tutto possa essere acquistato. In breve tuttavia, non dopo essersi già scontrato con la durezza dei rappresentanti della sicurezza del posto, egli si troverà coinvolto in una specie di crisi internazionale e incaricato dalle principali potenze mondiali, gli Stati Uniti delle Americhe, l’Europa Comune e l’URSS, di stanare il misterioso criminale internazionale e capo rivoluzionario Che Djilas, che secondo i servizi segreti avrebbe trovato riparo nella City, i cui rappresentanti coprirebbero la sua identità volendone favorire le azioni rivoluzionarie allo scopo di danneggiare e alterare l’equilibrio geopolitico vigente sulla Terra.
La sua missione è particolarmente complessa e ai limiti dell’impossibile se si considera quale sia in realtà la vera natura di Satellite City e della Satellite City Authority, dietro cui si nascondono in verità le principali famiglie mafiose del pianeta, capitanate dal boss dei boss Don Nicola ‘Big Nick’ Mangano. Una corporazione che del resto è solo una delle tante che negli USA sono gestite direttamente da associazioni mafiose, che si ritiene abbiano infiltrati e propri rappresentanti anche all’interno delle stesse istituzioni governative.
Da questo punto di vista Mack Reynolds è sicuramente di molto avanti nel tempo, rappresentando in maniera dettagliata il funzionamento di quella fase di evoluzione ultima del sistema mafioso e di cui ricostruisce la storia sin dal 1200-1300 e dalle sue radici siciliane fino agli avvenimenti negli USA dei suoi giorni. Ci troviamo del resto davanti a autore tanto fantasioso quanto dotato di grande intelligenza, capace di aprire spazi all’interno della narrazione a riflessioni di natura geopolitica che superano gli anni della guerra fredda e guardano avanti nel tempo di venti-trent’anni fino ai giorni nostri. Critico nei confronti degli Stati Uniti d’America tanto quanto del mondo occidentale nella sua interezza e della Unione Sovietica, Reynolds pone la sua attenzione su quegli equilibri internazionali che avrebbero costituito argomento principale di discussione negli anni a venire e che in qualche modo costituiscono anche temi di attualità.
Tutto questo avviene per lo più mediante i dialoghi tra i personaggi e in un contesto dove la scienza vera e propria a un certo punto incontra anche lo spiritismo e la superstizione fino alla teorizzazione della possibilità dell’esistenza di soggetti in possesso di abilità telecinetiche amplificate dall’uso di droghe allucinogene e la citazione di una figura tanto popolare quanto eccentrica come quella della spiritista italiana e medium Eusapia Palladino.
‘Satellite City’ è un romanzo di fantascienza che ha lo stile dei classici del genere mescolato a quei sapori tipici delle spy-story e a una certa ironia che può essere tipica di entrambi i generi e che facilita la lettura di una storia avvincente e dove non mancano tutte le figure più tipiche dell’immaginario hard-boiled di Chandler e Dashiel Hammett e che fanno di questo breve romanzo un racconto avvincente e scritto in una maniera semplice, lineare, pulita, proprio come piace a noi appassionati allo stile più ‘classico’ del genere fantascientifico e meno cerebrale.
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