Hanno cominciato a imperversare nel lontano 1979 e l’hanno fatto con un disco epocale, quel One Step Beyond che conoscono tutti, che ancora oggi è una delle cose migliori che possiate ascoltare. Di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia, ma loro sono ancora li a far divertire, sempre cazzoni come un tempo, sempre gli stessi (all’appello manca solo il bassista che ha intrapreso una carriera solista discreta) con in più una coesione raggiunta in pieno covid che è il vero valore aggiunto di questi nuovi Madness. Certo, ormai tutti hanno superato i 60 anni e un po’ della primigenia energia si è andata placando, ma restano ancora una delle migliori band che calcano i palcoscenici di tutto il mondo. Per il loro 13esimo album hanno deciso di inscenare con un concept album una sorta di teatro dell’assurdo. Ovviamente non dovete aspettarvi l’irruenza delle origini, ma i sei hanno ancora tantissima energia da spendere. il disco è una sorta di opera rock in tre atti in cui non mancano i soliti testi sarcastici, gli arrangiamenti sono sempre audaci, come del resto lo è tutta l’opera, e non mancano quelle ritmiche letali che tanto ci piacciono. Insomma, Suggs e compagni non risparmiano nessuno, continuano ad inveire con ironia contro chi guida il loro paese, seguitano a trascinarci in caleidoscopiche e disarticolate danze con in più 45 anni di esperienza che non guasta affatto. E allora ascoltiamoli e divertiamoci, perché in fondo questo nostro mondo non è altro che un grande teatro dell’assurdo.
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