METAL DI PAESE.
Questo è il genere che tratteremo parlando di questo disco. Da non confondere col Folk Metal/Medieval maramao.
I Mago de Oz che si attaccano au caz, sono un gruppo spagnolo che dichiara al mondo il proprio grande amore per l'Hard Rock e l'Heavy Metal nel 1989, debuttando con una demo schifezzuola scialba, prodotta male, suonata ad muzzum e cantata alla stracapo cazzo di cane: "Y què màs da". Musica che fonde un po' di tutto: Rock (Eh!), Celtic ( si come no.), Metal (alla capacchiona). Il gruppo è instabile e non riesce a trovare un assetto né a livello compositivo né a livello di Line up fino al 1996. L'assetto trovato se lo sono portato appresso praticamente fino ad oggi. Il primo disco della rinascita è "Jesus de Chamberi", prodotto col culo, suonato benino, cantato con la prostata, arrangiato al bingo tra una cartella e l'altra, mentre Tony Dallara canta "Tu sei romantica" in frak rosa. Ma è un gruppo che si è appena rimesso in marcia dopo anni di trambusti, diamogli tempo. Nonostante l'album sia un prodotto grezzo da "Poveri noi", la turnée che segue intitolata "Via Crucis" (E qui Rocco Siffredi deve mettersi una mano sulla coscienza, una coscienza da 27, per non essere intervenuto ed esserseli inculati tutti a raffica), è un grande successo e da fiducia alla band. Presi dall'euforia si ributtano in studio e grazie ai primi veri soldi raccattati facendosi il mazzo per un anno intero, riescono a dare vita ad un prodotto fatto con criterio. Da qui comincia il successo locale ma ampio di questa band, che cerca di ammiccare all'estero, ma neanche più di tanto. Ogni volta che esce un disco loro danno un cenno di presenza attraverso i magazine internazionali e qualche sito web, ma niente più. Non hanno ceduto alla tentazione dell'inglese per internazionalizzarsi. Cantano in spagnolo e se ne fottono. Sotto questo profilo li rispetto (Ma de che).
Avete capito che sto gruppo non è che mi faccia proprio uscire di testa. Però... però... però..., nel 2003 sti simpaticun, se ne escono con un disco che mi ha lasciato un po' così, stranito: GAIA, per l'appunto. I nostri, mettono da parte per un attimo le influenze Heavy metal, e secondo me fanno bene visto che non sono molto portati a livello attitudinale compositivo, e si buttano sul Hard Rock, Deep Purple influence. Lo infarciscono come sempre di tamarrate etniche, folkloristiche, balla che ti passa, simm e Napol' paisà, appartenente al loro stile, ma stavolta la differenza la fa' la maturità compositiva. Fino a questo disco si sentiva l'acerbo addavenì u' tiemp, che mai arriva a consacrarti. Qui non è che ciò che viene creato li consacra, ma finalmente da' un senso a questo gruppo. Questa è musica da portare nei paesini durante le sagre del vino, dei peperoni, delle lumache, dei formaggi, delle olive, per ballare come sciamannati con chiunque capita, così alla "ce cazz sta succedind?", riempendosi di vino e di squisitezze fino a sboccare dietro un vicolo a notte fonda. Fisarmoniche e violini danzerecci e scanzonati che ti fa acchiappare sottobraccio il primo scemunito che si avvicina. Danzare come brufolosi adolescenti sui ballatoni sventra mutande dell'albulm, con la propria fidanzata, la propria moglie, o la prima che passa, cambia poco. Vecchietti e bambini che pogano lieti a furor di 4/4 tirato Blackmoriano.
Tarantella Rules. Forse è questo l'accostamento migliore. Il Folklore Italiano che ci accomuna a quello spagnolo. Forse noi Italiani per questioni culturali siamo più ricettivi nei confronti di queste cagate, e forse le schifiamo per lo stesso motivo. Mah!, chi lo sa?
Comunque questo è un disco molto divertente, suonato bene, prodotto bene (senza esagerare), composto molto bene, cantato benino (Io sto cantante faccio fatica a digerirlo). Concept album che parla di una latina americana giustiziata che poi resuscita e racconta la storia di un giovane marinaio il suo grande amore e bla bla bla bla bla, ma di queste cose me ne fotte poco. Se vi interessa c'è un bel librettone nel cd, che narra il vicendume.
Se dentro di voi c'è un tamarro danzereccio che adora il vino, le sagre, il folklore, l'hard rock, la salamazza affettata, la tarantella e lo spirito paesereccio Zamarrone, questo disco vi piacerà. Se non siete così, Maronn ro'Carmin allontanatevi subito! State giù!!!
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