L'Inghilterra della fine dei sixties era musicalmente attraversata da un movimento underground senza precedenti:  fricchettoni allo sbaraglio psichedelico coniugato allo sberleffo verso la società costituita e ricostituita. Le punte di diamante di quegli anni eccezionali  furono Deviants, Pink Faires, Hawkwind. Tra questi si inseriscono i Magic Muscle, come al solito più una comune di musicisti (accasata al 49 di Cotham Road, Bristol) che un gruppo stabile: un'entità aperta a tutti i contributi degli amici del giro. I punti cardine erano il bassista Adrian Shaw (futuro Hawkwind e Bevis Frond) e il cantante/chitarrista Rod Goodway che venivano dall'esperienza con un altro musicista freak, Andy "Android Funnel" Rickell e i suoi Rustic Hinge nella campagna del Dorset, dove si cercava di coniugare il suono muriatico di Captain Beefheart con la musica politonale di Bela Bartok!

 Questo disco uscito nel 1988 racchiude materiale in possesso di Rod Goodway registrato tra il 1970 e il 73 ed è roba straordinaria,  rock muscolare  nella prima facciata  che invece si disintegra nei flussi di magia della seconda. Pertanto i Magic Muscle potrebbero fare al vostro caso sia abbiate l'Harley parcheggiata sotto casa  oppure siate i felici possessori di un biglietto per un volo nello spazio senza muovervi dal divano. Nei brani registrati agli studi HTV di Bristol, la cavalcata di apertura  "I Can Travel Anywhere/Fly Brothers" è un blues hard che scioglie il calcare dei Blue Cheer nelle pozze acide create dagli umori liquefatti dal corpo in decomposizione del Morto Riconoscente. Il maelstrom elettrico sul tappeto tribale di batteria e percussioni si stempera nell' andamento epico alla Van der Graaf Generator, gran pezzo con una superba prestazione vocale: Rod Goodway sembra un Peter Hammil più cattivo che mai. Anche "Woodcarver Man" segue il mood sinuoso di un rock potente da ballata americana trasfigurata dall'aspetto magico tipico delle brume britanniche. Non avendo un chitarrista solista, i Magic Muscle chiamano il coinquilino Keith Christmas, artista grafico che aveva sempre e solo suonato una chitarra acustica, per l'assolo elettrico finale.... Gli altri tre brani del primo lato sono quelli registrati in studio a Londra nel 1973 con l'eclettico violino di Simon House (High Tide, Third Ear Band) in evidenza, ma sono abbastanza normali sebbene musicalmente  tra i più "puliti" dell'album.

Infatti i Magic Muscle esplodono nelle sessions tra amici, come quelle della seconda facciata. E' il caso della "You Better See" che proviene dalle registrazioni fatte nella cantina dello stabile di Cotham Road. Il suono è ovviamente sporco ma l'ingresso del chitarrista Huw Gower trasforma, con il suo stile nervosamente fosforescente, il gruppo portandolo verso melodie liquide come dei Quicksilver Messenger Service sospesi tra assolati deserti americani e le verdi vallate del Dorset (zona di comuni hippie). Peccato che questo brano fu ritenuto dai produttori del disco l'unico passabile per lo standard di pubblicazione, contrariamente a Rod che ha sempre considerato i tapes  della session "January 4th" la sostanza migliore del suono magic Muscle.

Così il resto del disco ci regala altre tre ballate per espandere la mente confezionate dal vecchio amico Android Funnel in un nastro registrato a Puddletown, nel Dorset. Blues lisergicamente trasfigurati ("Spring Green Blues"), raga su tappeti di congas ("Desert Sand"), allucinazioni colorate residuo di un trip nella West Coast ("Schoolgirl Love/"Feel it Fear it"). La chitarra solista di Huw Grower è psichedelicamente magnifica mentre i due cantanti, Rod e l'ospite "Big" Pete Thorpe (ricordate gli Elias Hulk?), prendono il volo senza paracadute.

Restano librati in aria il più a lungo possibile, se mettete questo disco sul piatto e alzate gli occhi verso il cielo  potrete ancora vederli planare......

Carico i commenti...  con calma