Noto con dispiacere che nessuno si è preso la briga di recensire il (forse) più grande disco di tutta la musica francese: come avrete facilmente intuito da quello che leggete in grande qui sopra sto parlando di "Kohntarkosz" dei Magma, probabilmente il gruppo prog più maligno e deviato di sempre.

Parlando dei Magma possiamo dire che come gruppo ruotano intorno alla sagoma del misterioso batterista Christian Vander, enigmatica figura che pur di risultare originale si è inventato una lingua, con tanto di sintassi grammaticale (non come la lingua dei Sigur Ros, una semplice storpiatura dei grugniti islandesi). La musica è fortemente avanguardistica (in ottica progressive), e alcune delle principali influenze di Vander erano infatti compositori contemporanei (come Bartòk e Stockhausen), jazzisti "liberi" (Coltrane ad esempio) e progressisti jazzeggianti (Soft Machine e altri canterburyani, da non intendersi come ani di Canterbury). Queste influenze vennero mescolate con un'ampia dose di deviazione mentale, in senso vezzeggiativo sia chiaro, e dettero vita a questo grande capolavoro.

E' un disco dal fascino oscuro, di quelli che sanno farti stare male all'ascolto e metterti a disagio. La struttura del disco è ardita: una suite divisa in due parti (con dei crescendo strumentali mozzafiato), una canzone adatta alle messe nere delle sette sataniche e un tributo free a Coltrane. Il mio parere personale è quello di un gruppo con una grande idea in testa ma che rimane incompresa a tutti quelli che non conoscono il kobaiano (la lingua inventata da Vander, utilizzatta per raccontare la storia degli abitanti del pianeta Kobaia, se non è un genio lui che ha inventato di sana pianta una lingua...).

Per quanto concerne l'originalità del disco c'è da gridare al miracolo, roba del genere se ne sente poca in giro. In più consideriamo la collocazione temporale (anni '70) e locativa (la Francia per quello che ho visto non ha niente di così malefico da portare un uomo a scrivere un album così) che per quanto mi riguarda consacra questo disco allo scettro dell'Inferno progressivo, andando a prendere il posto di Lucifero in persona, dove solo loro e pochi altri (gli Atomic Rooster sono arrivati solo nell'Acheronte, i Black Widow si sono fermati nella quarta zona del nono cerchio, i Bram Stoker non hanno avuto tempo per farsi guidare nemmeno fino nell'Antinferno) hanno avuto l'ardire di addentrarsi.

In definitiva se credete che la cattiveria sia il black metal, compratevi questo disco e manderete a farsi fottere tutti quelle scimmie urlatrici norvegesi. Non può che meritare il massimo dei voti.

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