Se dico Magnum e vi chiedo di associare un'immagine al nome è molto probabile che in automatico vi venga spontaneo aggiungere le lettere P.I. e vi si stampino in mente i baffoni di Tom Selleck e la sua Ferrari. Magari potrebbe balenarvi in testa anche la sagoma di una pistola oppure il gelato confezionato ipercalorico per eccellenza; difficilmente, invece, vi capiterà di collegare il nome a Bob Catley e alla sua formazione dedita al rock da ormai 30 anni: se siete curiosi venite con me...
Essere il primo a parlare dei Magnum su questo sito mi permette il lusso di scegliere il cd da descrivere senza avere il timore di incorrere in un fastidioso doppione. Facciamo quindi un salto indietro nel tempo fino al 1985 per parlare di quella che ritengo la loro migliore opera. Tre sono i prodotti che nella loro lunga discografia a mio parere si elevano oltremodo: "Vigilante", "Wings Of Heaven" e...
..."On A Storytellers Night".
L'AOR ovvero Adult/(Album) Oriented Rock è ormai abusato. E' un genere che si pone in una zona di confine e vanta influenze di hard/pomp rock, metal classico, sinfonico e progressive, tinte glam, barocche ecc... Ovviamente le sfumature possono essere molteplici e riuscire a racchiudere un ramo della musica così variegato è un'impresa praticamente impossibile nella quale non voglio nemmeno provare a cimentarmi. Quello che mi basta sottolineare è che l'AOR, quello di livello, tende a dare una grande attenzione al livello melodico, è caratterizzato dalla classe e cura degli arrangiamenti e nelle fasi strumentali, senza eccedere nei virtuosismi. Chitarre elettriche convivono con tastiere senza rincorrersi a tutta velocità; i tempi sono per lo più moderati alternati con break vincenti ed interpretazioni sopraffine da parte di vocalist di talento.
Molti dischi nel mio lettore cd passano. Ci sono periodi nei quali mi innamoro con convinzione, ma è quasi sempre una "cotta" temporanea che mi disseta solo in parte. "On A Storytellers Night" invece resta da oltre un decennio, inchiodato, e ogni volta è lo stesso vertiginoso ed impagabile effetto. Sarà la voce tremante, passionale e calda di Bob Catley, la chitarra mutevole di Clarkin o il songwriting così ispirato, ma se questo disco fosse una donna io sarei pronti a gridare: "si lo voglio!!!".
Un intro lungo, quasi tenebroso e con un cantato in lontananza, si dissolve con il primo accordo pungente di chitarra. E' un crescendo che senza fretta si muove verso il ritornello e che si perde in un break sinuoso, tra synth e arpeggi. Il cerchio si chiude con tastiere epiche per riprendere con forza il coro. "How Far Jerusalem" è il suo nome.
Una canzone particolarmente riuscita può capitare a tutti, ma quello che raramente succede è dare alla luce un cd vario e che abbia diverse hit non richiamanti lo stesso schema.
Esploriamo lidi diversi nella pop e catchy "Just Like An Arrow" lasciandoci andare ad un tempo vivace, un cantato che trasuda spensieratezza e che sale d'intensità con l'innesto della chitarra.
Un intro mistico accompagna invece la "title track": elegante e maestosa. Così tristi e strazianti sono le strofe, mentre in dicotomico contrasto si erge un pomposo coro che non si vorrebbe avesse mai fine.
Ed è così che questo disco scorre: con 10 perle una diversa dall'altra e perfettamente riconoscibili l'una dall'altra. Un minuzioso track by track sarebbe un assassinio premeditato in piena regola, ma lasciate che vi inviti fugacemente ad essere avvolti da una coperta calda come la voce di Bob Catley in "Les Morts Dansant" o nella grigissima "The Last Dance". Non mi vergogno a dire che quest'ultima traccia talvolta mi fa piangere. E cosa dire della leggerissima "Two Hearts" con un riffing ipnotico in primo piano?... Basta!!! E' con estrema difficoltà che lascio stare e chiudo questa descrizione di ogni brano che mi rendo conto non riesca a rendere giustizia alla bellezza assoluta delle canzoni.
E' quando si ascoltano dischi come "On A Storytellers Night" che un recensore dilettante come me capisce il vero valore delle stelline che tante, troppe, volte ha regalato con leggerezza. Cosa sono le cinque stelle che vedete lì sopra, adesso? No, non stanno a significare in questo cd ci sono solo delle ottime canzoni, prodotte, interpretate e suonate in modo professionale. No! Quella votazione dovrebbe rappresentare le mie spalle che da 10 anni si stringono e fanno si che un lungo ed intenso brivido passi lungo la schiena e mi faccia capire fisicamente che questa non è solo una cotta passeggera, ma amore musicale vero: puro. Se siete amanti del rock melodico, compratelo. Un cd che lascia un segno. Rigorosamente indelebile.
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