The Minstrel In The Gallery: la gioia di un ascolto che non delude mai
Premesso che la lunga discografia dei Tull (che continua ad arricchirsi di deluxe repackages, re-releases varie, B-sides e canzoni inedite mai incluse come bonus tracks nei loro dischi) non è per tutti, se qualcuno ascoltasse i Jethro Tull pensando che i loro album 'entrino' sin dal primo ascolto, il mio consiglio è quello di lasciar perdere e di dedicarsi ad un'altra band. Com'è nata la mia passione per i Tull? Devo dire che è nata per puro caso diversi anni prima della pandemia: stavo finendo la triennale in teologia (branca di studi nella quale sono laureato), e un pomeriggio entro nel mio negozio di dischi di fiducia, e sento il gestore parlare del quinto album dei Jethro Tull: Thick As A Brick (1972). Ne ho sentito parlare anche tante altre volte, tanto che ad un certo punto mi sono detto: Ok, li devo ascoltare assolutamente, anche perché quel sentirne parlare mi aveva davvero incuriosito. Guarda caso, il primo disco dei Tull che ho acquistato, è stato proprio l'album di cui avevo sentito parlare così bene e così a lungo: Thick As A Brick. L'ho ascoltato a lungo, me lo sono 'studiato', e poi, dopo giorni e giorni di ascolto approfondito e di 'studio', quel disco è diventato il mio album preferito in assoluto. È un CD che ho letteralmente rovinato a forza di ascoltarlo; e quando, finalmente, è entrato come si deve, ho iniziato ad acquistare anche gli altri dischi di questa band. Inizialmente, ho acquistato tutta la loro discografia anni Settanta, anche perchè pensavo di accaparrarmi solo i loro dischi più belli, ma dato che mi stavo rendendo conto che ascoltarli mi dava davvero tantissima soddisfazione e, in non poche occasioni, perfino la pelle d'oca, ho deciso di collezionare tutti i loro album, cosa che col tempo si è resa sempre più difficoltosa per lo spazio che richiede, ma questa cosa sta andando meglio di quanto avessi preventivato.
Il disco che mi ha stupito di più è Too Old To Rock'n'Roll: Too Young To Die! (1976) [album in cui debutta il bassista John Glascock a seguito dell'abbandono di Jeffrey Hammond-Hammond, avvenuto dopo la registrazione dell'album Minstrel In The Gallery (1975), l'album più difficile dei Tull dopo Stand Up (1969)]: un concept album che racconta la storia di Ray Lomas, un vecchio rocker che fa una fatica inimmaginabile ad adattarsi alla moda degli anni in cui vive e che rimane fedele al caro, buon vecchio rock'n'roll? Perchè no, purché risulti essere un disco come si deve. Purtroppo, per quanto concerne l'edizione standard si è rivelata davvero debole, se non addirittura un vero e proprio passo falso da parte della band, anche perchè non era assolutamente paragonabile a un capolavoro come Thick As A Brick; infatti, non ho mai capito per quale motivo i Tull abbiano deciso di registrare un album in quel modo. Poi però, quando ho acquistato la deluxe re-release del disco, ovvero la Too Old To Rock'n'Roll: Too Young To Die! (The TV Special Edition), uscita nel 2015, ascoltando (e guardando) tutto il materiale audio e video incluso in quel deluxe repackage (ovvero 2 CD e 2 DVD), mi sono subito reso conto che la versione riregistrata per il London Weekend TV Special è la versione definitiva del disco, mentre la versione standard era una sorta di 'demo' o/e di 'promo'. È stata poi la volta della cosiddetta Trilogia Folk, ovvero: Songs From The Wood (1977), Heavy Horses (1978) [entrambi dischi spettacolari) e Stormwatch (1979), l'album meno folk dei tre, il più vicino a degli stilemi vicini al buon rock progressivo e con molta probabilità il più debole in tutta la loro lunga discugrafia. Dopodichè, mi sono dedicato all'ascolto degli album anni 80, iniziando dal disco che è considerato l'album più bello degli anni Ottanta, ovvero The Broadsword And The Beast (1982), che è poi diventato il mio terzo album preferito. Tra l'altro, del disco appena citato, che è assolutamente spettacolare (basti citare le canzoni: Fallen On Hard Times, Slow Marching Band, Clasp e Beaste), noi appassionati ascoltatori e 'cultori' dei Tull stiamo aspettando con ansia la deluxe re-release, la cui uscita dovrebbe essere prevista per marzo 2023 e dovrebbe chiamarsi The Broadsword And The Others, vista l'enorme quantità di bonus tracks, di canzoni inedite, di early versions, e così via. Successivamente, è venuto il momento di A, disco che era nato come album solista di Ian Anderson e che poi, a causa di pressioni della casa discografica, è diventato un altro disco dei Jethro Tull. Poi, ho acquistato (e 'studiato' come si deve) i primi album dei Tull: devo dire che in questo caso mi ha davvero stupito Benefit (1970), album di transizione che cerca di staccarsi definitivamente dalle sonorità blues; si tratta di un album davvero spettacolare cbe è reso stellare dalle due deluxe re-releases, compresa la Benefit (A Colllector's Edition), uscita nel 2013 (l'altra deluxe re-release, ovvero la Benefit (The 50th Anniversary Enhanced Edition), è uscita nel 2021).
Non ho citato gli altri dischi dei Tull, ovvero Warchild ([la grafia corretta è questa] - 1974), Under Wraps (1983) [uscito insieme a Walk Into Light, primo disco da solista di Ian Anderson [realizzato col tastierista italo scozzese Peter John Vettese, che aveva già suonato nell'album dei Tull The Broadsword And The Beast e che suonerà nell'album Crest Of A Knave (1987), disco assolutamente pessimo, assolutamente sconsigliatissimo) e che si dimostrerà l'album più difficile da eseguire dal vivo, soprattutto perchè, durante quel tour, Ian Anderson inizierà ad avere seri problemi con la sua voce che lo porteranno a perdere definitivamente quella voce straordinaria che lo aveva accompagnato da This Was (1968) in poi; lo stesso Crest Of A Knave, di cui ho già detto cosa ne penso, Rock Island (1989), Roots To Branches (1995) [ultimo disco dei Tull registrato per la Chrisalis Records] e J-Tull Dot Com (1999), pubblicato quando la band era sotto contratto con la Roadrunner Records. Fa eccezione Catfish Rising (1991), disco in cui, nonostante la mancanza della splendida voce dello storico cantante della band, si apprezza un ottimo blues rock.
Una volta collezionata tutta la discografia, ho iniziato a collezionare i deluxe repackages di quegli album. Ho iniziato con Thick As A Brick (CD And Audio DVD Special Collector's Edition), re-release del mio album preferito in assoluto uscita in occasione del quarantesimo anniversario dell'uscita del disco; per poi proseguire con A Passion Play (An Extended Performance), per poi dedicarmi a re-releases più corpose: Stand Up (The Elevated Edition), Benefit (The 50th Anniversary Enhanced Edition), Too Old To Rock'n'Roll: Too Young To Die! (The TV Special Edition), Songs From The Wood (40th Anniversary Edition 'The Country Set'), Heavy Horses (New Shoes Edition) e Stormwatch (The 40th Anniversary Force 10 Edition).
Va detto che nel 1995, in occasione del venticinquesimo anniversario dell'album Thick As A Brick, è uscito Thick As A Brick (Late Extra), ovvero una versione expanded and remastered del disco, in quanto, oltre all'album, contiene anche una versione live (registrata al Madison Square Garden, nel contesto del concerto tenutosi nel 1978) e un'intervista a Martin Barre e Jeffrey Hammond.
èer quanto concerne la formazione di questa band, va detto che, nel corso dellaBenefit loro storia, i Tull hanno spesso cambiato formazione. Nei primi tre dischi (ovvero This Was, Stand Up e Benefit), la formazione è quella che vedete nella foto che accompagna questo editoriale; da sinistra in senso orario: Ian Anderson (cove, flauto, chitarra acustica); Martin Barre