Questo è un consesso di menti sottili aduse a spaccare il capello in multipli di quattro e ad apporre tutti i puntini mancanti su qualsivoglia i. E’ un luogo di dialogo e di approfondimento in cui l’inutile riacquista la sua centralità. Tu, sperduto viandante, ti senti pronto ad entrare?

  • Tipo: Pubblico
  • Assegna due menzioni
 CapishApproved  CapishDisapproved
  • avatar
  • avatar
  • avatar
  • avatar
  • avatar
  • avatar
  • avatar
  • avatar
  • avatar
  • avatar
  • +26

Aggiungetemi!
L Ape Maia in concerto Sigla finale
É lei la canzone più sottovalutata di sempre! La mia canzone preferita dell'infanzia 😝
Amati sudditi.
Qua si batte la fiacca!
Insomma è già da un bel po' che non si dibatte su uova e galline, che non ci si accapiglia sul sesso degli angeli che non si spacca un capello in quattro!
E allora!
Capishonia è nata per essere un luogo di dibattito e di approfondimento, una schola philosophica dove esercitare giovani e libere menti alla ricerca dell'Assoluto Astratto. Insomma il Regno della Kul-tura!
E invece.....il dibattito langue.....
Ebbene il mio dovere di monarca è anche quello di mostrare la strada a Voi, amati (ma un po' mollaccioni) sudditi!
Ecco che vi propongo un nuovo challenge: eleggiamo il disco più sopravvalutato di tutti i tempi!
Però, mi raccomando, bisogna menare! Non tirate fuori dischelli da culto carbonaro che, a smerdarli, non gli frega niente a nessuno.
Qua si parla del (o dei) DISCO(I) PIU' SOPRAVVALUIATO(I) DI TUTTI I TEMPI! Mica bruscolini.
Bisogna colpire al basso ventre, mostrando che a Capishonia la libertà di pensiero viene prima di ogni altra cosa!
Chiaramente chi tocca un disco a cui io sono legato verrà condotto nottetempo nelle regie galere....
Comincio io (chiaramente):
PINK FLOYD - UMMAGUMMA
Vero furto perpetrato ai danni dei poveri fans broccoloni: un doppio disco (doppio anche in cd) contenente un finto live (quindi pezzi riciclati e neanche col fatto di essere frutto di un concerto con tutti i controcazzi) ed un secondo disco fatto di avanzi e scarti (a voler essere buoni) che i 4 buontemponi avevano tirato fuori nel tinello di casa e che solo un ego smisurato poteva far credere avessero un qualche valore artistico.
DIRE STRAITS - BROTHERS IN ARMS
Uno dei migliori lassativi sul mercato! Il meglio del loro pop slavato e brufoloso la band di Mark l'aveva già dato col primo disco, col quale già avevano esaurito tutte loro idee (che infatti ricicleranno tali e quali in tutti gli altri dischi). Un EP di un quarto d'ora potrebbe bastare a dar conto di tutto quello che c'è da ascoltare della loro musica da festa parrocchiale (appesantita da una voce insopportabile tipo Lou Reed afono e da quella spocchia da "grande chitarrista" ancora più fastidiosa). "Brothers in Arms" è il loro disco più celebrato e più pretenzioso, appunto!
FRANK ZAPPA - HOT RATS
Lo zio Frank! Giù le mani dallo zio Frank!
Ok, lo so: qui la sparo grossa, ma che ci volete fare, tolta "Peaches En Regalia" che è un capolavoro con gli stra-controcazzi il resto è puro egotismo (ed anche un pochino stronzo e cialtrone qui e là).
Insomma 40 minuti di assoli a cazzo su basi ripetitive e pure poco fantasiose! Certo la voce di Capt. Beefheart che dice "sono un piccolo pappone rosa", certo certe aperture orchestrali qui e là, certo quel guizzo di tanto in tanto...Ma questo fa solo girare i coglioni: "se vuoi lo sai come si fa! Ecchecazzo, zio Frank!" Improvvisare e basta non vuol dire essere un musicista jazz.
Insomma, Zappa si divertiva ad improvvisare a cazzo per ore ed a registrare tutte le puttanate che gli venivano tra le d
Blues In My Heart

ART TATUM is very capish, parola di PAOLO CONTE! ;)
Non è kitsch, non è obsoleta, non è un vezzo: è il momento di rivalutare la chitarra synth | Rolling Stone Italia

Andy Summers - Roland GR-300 Guitar Synthesizer Demo with Jools Holland - G-808

Tema del giorno (alquanto serio, impegnativo e "pesante", dunque perfetto per il contesto):

"Non credo che il sintetizzatore sia veramente uno strumento", disse un grande chitarrista irlandese.
Ma che accade, quando la chitarra e il sintetizzatore sono un solo strumento?

Contribuite.
Ingrandisci questa immagine

Rick Astley - Never Gonna Give You Up

Faccino educato da ragazzo perbene e impeccabile vocione "blue eyed soul", Rick Astley è stato uno dei cavalli di razza di quella (ennesima ed ulteriore) British Invasion di fine anni '80, con Duran e Spandau in leggera ma costante flessione e un'esigenza di nuovi nomi in cima alle classifiche.
Talento da predestinato e tutte le carte in regola per sfondare, col suo primo disco Rick - recitano testualmente le note di retro-copertina - "ha ottenuto ciò che la maggior parte della gente può solo sognarsi di ottenere".
Una sfilata di singoloni killer uno dietro l'altro (ma due su tutti: 'Never Gonna Give You Up" e "Together Forever"), prime posizioni in tutta Europa, recensioni entusiaste: abbiamo trovato il Tom Jones, se non il Sinatra (ebbene sì: si puntava alto) degli anni '80.
Il cantante del futuro.
Ma nel futuro le cose non andarono esattamente così.
Gli anni '80 sono gli anni '80, e non se ne esce vivi. Ed è difficile bissare un successo di certe proporzioni.
Per di più Rick, il ragazzo del Nord dell'Inghilterra (per la precisione, di un paese famoso per una fabbrica di locomotive), non ci sta a recitare la parte della pop star-usa e getta.
Come il collega Nick Kamen, fa un album - "Free", eloquente fin dal titolo - in cui prende le distanze dalla disco frivola degli esordi alla ricerca di uno stile più autentico e veramente soul. Partecipano Elton John e il suo idolo Michael McDonald, ma le vendite sono inferiori. Leggermente, almeno per il momento.
Ma il successivo flop commerciale del '93 prelude a una lunghissima assenza dalle scene. Rick Astley resta relegato agli anni '80, è il fenomeno di quella stagione e basta. Non lo chiamano più, e quando lo chiamano è solo per programmi revival in TV.
Eppure ha tanti fans, nel music business. Anche insospettabili. Uno è Dave Grohl, che lo vuole sul palco con i Foo Fighters. E' l'inizio della rinascita.
E complice il suo inserimento in un meme, il video di 'Never Gonna Give You Up' diventa virale anche fra i millennials. Tuttora viaggia spedito verso il miliardo di visualizzazioni, traguardo all'esclusiva portata delle pop star odierne.

Rick Astley è tornato? In fondo, non se n'era mai andato.
Odd Couple - Yada Yada (Official Video)

Belle cose crucche

(belle... insomma)
The HU - The Great Chinggis Khaan (Official Music Video)

doppietta
davvero bella
ancora gli HU ed i loro cori simili ai cori sardi
Nick Cave & The Bad Seeds - Do You Love Me?

junkie's capish music depression
El General - Te Ves Buena

Proprio mentre Bush senior comandava la deposizione di Faccia d'ananas-Noriega, a Panama muoveva i primi passi (di danza) tale Edgardo Armando Franco, meglio noto come El General.
Il pluridecorato panamense, che comunque che non ha nulla a che vedere con Noriega e aveva studiato management negli USA, iniziò all'alba dei '90 a sperimentare una sua personale fusione di reggae in spagnolo, dancehall e hip hop.
Qualcosa per cui ancora non esisteva un nome, dato che nessuno o quasi - ancora - parlava di reggaeton. E non certo lontano da San Juan.
Ma il Generale ci arriva per conto proprio, apparentemente senza predecessori e senza legami con la scena portoricana. Tranne, appunto, quei cantanti di reggae in spagnolo che dallo stretto transitavano fin dagli anni '70.
Il ritmo è quello che ormai conosciamo tutti, ma immaginate come potesse suonare (fra il '90 e il '91 o giù di lì) una cosa come questa. Tre minuti di puro tunz-ta-tunz da cantare a una "mami" che ha le forme di una bottiglietta di Coca Cola.
Cola compresa (per la coca, non c'era che da guardarsi intorno).
Successo travolgente e dischi di platino a cascata, fino al ritiro. Improvviso e irreversibile, per entrare nei testimoni di Geova.
Da cui il detto, celebre a Panama: "se un testimone di Geova bussa alla vostra porta fate attenzione, perché potrebbe essere l'inventore del reggaeton".

Ma non ditelo a Puerto Rico.
Jimmy Sax - No Man No Cry (live)

pop-ambient-saxing-capish (approved?)
Erika Vikman - Cicciolina (Lyric Video) // UMK20

Dalla Finlandia, l'omaggio all'ungherese più famosa d'Italia.
Oasis - Don't Look Back In Anger (Official HD Remastered Video)

"Senza di me, oggi starebbe ancora stirando mutande".
Un fratello ha detto questa cosa a proposito dell'altro fratello, ma indovinate quale.

Sta di fatto che sono 25 anni dal disco che risponde al nome che sapete, anche se sembra ieri.
E anche se il singolo in questione fu il tormentone della primavera del '96, quando tutti (ma proprio tutti, anche chi non se n'era accorto prima) fecero la conoscenza di queste facce.

Fu davvero album "generazionale"? Disse davvero la sua nella storia della Musica - e, se sì, in che modo e misura per l'esattezza?
Furono forse i più grandi dei '90 e non solo? (quattro di Liverpool a parte - se proprio dobbiamo)
Li amavate, vi garbavano o al solo sentire il colpetto di tosse fra Roll With It e Wonderwall era odio istintivo e incontenibile?
E cosa più importante: senza questo disco (e i meriti che uno dei due fratelli - ma indovinate quale - attribuisce solo a sé stesso), starebbero davvero stirando mutande nel 2020?

Contestualizzate, ma solo se vi sembra il caso.
GOMMA - FANTASMI

@[TataOgg]

scapishata italiana e moderna
Ben sintonizzati su #radiocapish

Questa sera vi proponiamo l'ascolto di un concerto del Colours Quartet, messo in piedi dal contrabbassista Eberhard Weber (n. 1940), capofila del cosiddetto "chamber jazz", sound caratteristico delle pubblicazione dell'etichetta tedesca ECM (Editions of Contemporary Music).

Buon ascolto.

Eberhard Weber - Colours Quartet Live 1976
Ben sintonizzati su #radiocapish

Quest’oggi, per la rubrica “I lunedì barocchi: alla corte del Capish King”, vi proponiamo l’ascolto delle sonate per violino e basso continuo (qui interpretate dall’Ensamble London Baroque nella formazione: violone, viola da gamba e organo) di William Lawes (1602 — 1645), musicista della corte di Carlo I, il quale morì, come lo stesso re Carlo, nei tumulti della guerra civile inglese (1642-’51).

Buon ascolto.

Sonatas for violin and continuo. William Lawes (1602 - 1645)

William Lawes - Wikipedia
Ben sintonizzati su #radiocapish

L'ascolto di oggi ci porta nel Medioevo giapponese, quando, dalla Cina della dinastia Tang (唐, 618 - 907 d.C.), oltre ai caratteri di scrittura e moltissimi usi e costumi, vengono importati nel paese del Sol Levante degli strumenti musicali. Uno tra tutti, il flauto di bambù a cinque fori, che prenderà il nome di Shakuhachi (尺八) e che diverrà, coi secoli, uno degli strumenti più rappresentativi (e più noti) della musica nipponica.
Ascoltiamo dunque due brani tradizionali interpretati da uno dei più grandi suonatori di Shakuhachi del secolo scorso, Gorō Yamaguchi (山口 五郎, 1933 – 1999), pubblicati per la prima volta nel 1969 dall'etichetta Nonesuch.

Buon ascolto.

Koku-Reibo (Bell Ringing in the Empty Sky)
Sokaku-Reibo (Depicting the Cranes in Their Nest)
Ben sintonizzati su #radiocapish

Questa mattina, per la rubrica “I lunedì barocchi: alla corte del Capish King” vi proponiamo le composizioni per tiorba di Robert De Visée (1655 - 1733), suonatore della corte del re Luigi XIV e del re Luigi XV e compositore per vari strumenti a corde (chitarra, liuto, viola e tiorba).
La tiorba è uno strumento a corde di notevoli dimensioni, nato nel XVI sec. come modifica, da parte (si presume) del fiorentino Antonio Bardi, del liuto; da adoperarsi, oltre che come strumento solo, soprattutto come basso continuo.

Qui i dettagli sulla registrazione: Robert de Visée / José Miguel Moreno - Pieces De Theorbe (1996, CD) | Discogs

Buon ascolto.

Robert De Visée (1655-1733) Pieces de Theorbe, Jose Miguel Moreno
Ben sintonizzati su #radiocapish

La proposta d'ascolto di oggi è un LP di inediti risalenti al 1966-'67 dei Fifty Foot Hose (alcuni dei brani sono a nome The Ethix), pubblicato nel 1997 dall'etichetta Del Val.

Sui "tubo flessibile di 50 piedi" e sul loro primo album "Cauldron", si veda la pagina di @[psychopompe]: Cauldron - Fifty Foot Hose - recensione

Buon ascolto!

Fifty Foot Hose - Ingredients (1966-67) [Full Album]