Eugenio Finardi | Diesel
Un Jazz claudicante ma ritmato... per questo composto nella sua irrefrenabilità. Scoppiettante convulsione. Un'esterofilia nativa (la madre di Finardi era Americana) non stucchevole con rimandi -personali e musicali- al bepop. Città, caos, autostrade pullulanti e cocenti, occhi nottambuli di camionisti sbarrati dai catarifrangenti dei delineatori. Il pistone alla fine si inceppa, si strozza nella grancassa. Non si può fermare, dietro uno stormo di calcson... pronto per ripartire perde delle macchie d'olio. Società e motori che bruciano dall'interno. Tutti in pista!
Per @[Dislocation]
Un Jazz claudicante ma ritmato... per questo composto nella sua irrefrenabilità. Scoppiettante convulsione. Un'esterofilia nativa (la madre di Finardi era Americana) non stucchevole con rimandi -personali e musicali- al bepop. Città, caos, autostrade pullulanti e cocenti, occhi nottambuli di camionisti sbarrati dai catarifrangenti dei delineatori. Il pistone alla fine si inceppa, si strozza nella grancassa. Non si può fermare, dietro uno stormo di calcson... pronto per ripartire perde delle macchie d'olio. Società e motori che bruciano dall'interno. Tutti in pista!
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