È vero che in questo momento il film "Oppenheimer" sta sbancando al botteghino dei cinema (e qui sul Debaser si è già cuccato la bellezza di cinque recensioni nel giro di pochi giorni), ma grazie a Dio c'è qualche altro film in circolazione. E senza rientrare nella categoria del capolavoro, questo "Jeanne du Barry - La favorita del Re" merita un po' di attenzione, per quanto si tratti di un titolo che a breve sarà disponibile in streaming su Netflix. Ma si sa, dato che il sottoscritto è un inguaribile aficionado delle sale cinematografiche, poche sere fa ho preferito questo titolo (durata di modiche due ore) al campione di incassi "Oppenheimer", filmone fluviale di "sole" tre ore.

Ho scelto sicuramente alla cieca, dato che ignoravo l' esistenza della regista Maiwenn che recita diligentemente anche nel ruolo della protagonista. Ma mi sono fidato del nome di Johnny Depp in locandina, nei panni del Re Luigi XV. E ciò mi ha ampiamente ripagato della scelta.

La trama è incentrata (e risulta fedele ai fatti storici) sull' ascesa sociale di tale Marie Jeanne Becu, popolana vissuta nella Francia del secolo dei Lumi . Fin da giovane si dimostra molto ricettiva verso tutto ciò che le insegnano gli anziani nobili presso cui presta servizio la madre. Per completare la sua istruzione viene mandata in un collegio di suore, da cui sarà cacciata al grido di"Figlia di Satana!" per le sue letture di testi libertini. Da quel momento la giovane donna, non solo erudita ma dotata di indubbio fascino seduttivo, farà fortuna nei salotti dell'alta società parigina fino a venir presentata al Re Luigi XV alla reggia di Versailles . Sarà un colpo di fulmine e il Re, notoriamente vizioso, la vorrà a corte in veste di amante ufficiale. Seguiranno alcuni anni in cui Jeanne du Barry saprà amare, ricambiata, il monarca e sarà al centro delle attenzioni non solo per i costumi eccentrici per l'etichetta di corte, ma anche per la sua predilizione per le arti e la cultura in generale. Tutto questo scatenerà i pettegolezzi e le invidie di tanti cortigiani e soprattutto delle perfide figlie del Re. Seguiranno intrighi e purtroppo, nel 1774, Luigi XV morirà di vaiolo, determinando il tramonto delle fortune di Jeanne du Barry. Inutile dire che, quando in Francia scoppierà la rivoluzione del 1789, tutto ciò che era stato parte della monarchia e della nobiltà verrà spazzato via e anche l'ormai ex favorita del Re, un tempo figlia del popolo, verrà ghigliottinata. Sic transit gloria mundi...

Lo svolgimento della trama è accurato e la regista espone l'intreccio in modo calligrafico, senza sbavature e rifacendosi, dal punto di vista tecnico, alla lezione del Kubrick autore dell' indimenticabile " Barry Lindon" ispirato al romanzo di William Thackeray. Si rivedono quindi, con grande piacere, scene girate in interni a lume di candela e candelabri, conformemente a un grande esercizio di stile ben collaudato. Certo, il film di Kubrick era comunque più intenso rispetto a quest'opera di Maiwenn, che ha semmai il pregio di riportare l'attenzione su una donna molto emancipata rispetto a quei tempi, in cui fra l'altro l'istruzione era appannaggio di chi era di alto lignaggio e una donna del popolo viveva in dure condizioni.

Resta, ad ogni modo , la conferma di una radicata convinzione secondo cui la sola presenza nel cast di attori o attrici di grande valore fa sì che un film, pur non essendo un granché, si riscatti e valga la pena andarlo a vedere. Per me, per rimanere all'ambito degli attori, questa regola aurea valeva in presenza di nomi del calibro di Marlon Brando, Paul Newman, Jack Nicholson. Dal momento che i primi due sono morti e il terzo non recita più per problemi di salute, a garantire sulla qualità di un film è giusto rimasto un attore come Johnny Depp. Con una recitazione totalmente naturale e spontanea quasi bevesse un caffè al bar, scevra da qualsiasi manierismo mattatoriale, Depp ci consegna un Luigi XV per niente altezzoso, ma sinceramente convinto della natura teatrale e illusoria del suo potere regale, immerso in rituali artefatti come la sveglia mattutina alla presenza di valletti, familiari e cortigiani che dovevano apparire sommamente ridicoli. E basta vedere Johnny Depp alias Re Luigi XV sorridere sotto i baffi per tutti questi minuetti di corte per ritenere la pellicola "Jeanne du Barry - La favorita del Re" meritevole di una visione.

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