I Mala Reputaciòn sono una semisconosciuta band punkrock fondatosi nel 1995 in quel di Asturias, Spagna. Quello che ci propongono si discosta non poco da questa etichetta che loro stessi si attribuiscono spesso, il loro è infatti un miscuglio tra hc melodic punk, e il più classico semplice rock (qualcosa di vagamente accostabile agli Agent 51, se proprio vogliamo trovare delle similitudini con band più affermate).

Ma i Mala Reputaciòn sono tutto meno che affermati, pochissime visite al myspace (ne hanno di più le troiette emo con gli autoscatti sul cesso, giuro), non molte date rilevanti (quasi mai i tour si spingono oltre la loro terra), pochi user sul forum ufficiale, zero review/approfondimenti sul web. Eppure ci sanno fare, e ad essere sinceri anche questa poca notorietà porta i suoi vantaggi, è cosa limpida infatti come un progetto che finisce per commercializzarsi (specie in tale genere), perde facilmente credibilità, e soprattutto (vuoi per rispettare determinati canoni discografici, vuoi per accontentare una pseudo fetta di ascoltatori) qualità, generando il cosiddetto e tristemente noto "prodotto costruito / commerciale." Che i nostri se ne sbattano di tutto questo è ampiamente noto, e lo sostiene anche il fatto che si autoproducano (dopo 2 album sulla discreta Santo Grial), poi mollata per stampare sulla loro Kangurin Records, con la quale continuano attualmente a pubblicare, optando cosi per una gestione-produzione-distribuzione del tutto autonoma.

E' nel 2000 che proprio su Santo Grial, forti di un contratto offerto dal boss Jorge Alvarez-Nava, che li notò, pubblicano il loro album di debutto "Ansiedad" (già suonato, prodotto, e finanziato prima della firma), lavoro che mette in luce tutte le potenzialità di questa band, che offre questo interessante mix di punk rock e rock, con rare inserzioni di alcuni strumenti inusuali per il genere, quali mandolini e violini, suonati dallo stesso cantante David Rodriguez, che conferiscono una certa singolarità a tale disco. L'inesperienza produttiva della band si puo tranquillamente notare in un suono molto lo-fi, e una produzione non eccelsa, oltre che alcuni ingenui errori di mixing. Sia chiaro, vaneggi di un purista del suono, il disco si lascia ascoltare tecnicamente parlando, e tutto ciò comunque non pesa più di tanto sul giudizio complessivo, visti e considerati gli altri elementi che contribuiscono a renderlo un prodotto degno di nota. A partire da David, che malgrado il canto in spagnolo (non certo una lingua apprezzabile o sonora per tali generi), si presenta con un timbro energico e potente, sebbene non ci disdegni di alcune perdonabili stonature, come sulla lenta e lagnosa "Una Noche Màs" ( tra le più vicine al rock), e l'incisiva "Un Lugar Ilamado Milagro" (che compensa con buoni accompagnamenti, ottimi riff quasi power, e non ultimo un ottimo lavoro del batterista Kiko Martinez, che sebbene non tecnicissimo, si comporta molto bene in più di un occasione (leggasi "Sueños De Libertad" che oltre all'ottima sessione ritmica si fa forte anche di un arrangiamento tirato e melodico, con ottimi assoli tra una strofa e l'altra.) Proprio questi frequenti assoli, mirati e strutturati più verso una tradizione rock, fanno di questo album un prodotto comunque variopinto e gradevole in un genere piuttosto quadrato; bisogna infatti far presente come il chitarrista Juan Santamaría si dimostri un buon valore aggiunto, ed oltre alla sovraccitata track, lo prova nei discreti assoli di "Abre Los Jos", "Un Soñador" ed "Esperanza". Escono discretamente anche i frangenti più tirati ("Recuerdas", e il superbo opener "Confuso"), mentre a completare il quadro ci pensano ottime trovate (come l'insolito bridge tropico-ragga (!) di "Obligado") e appunto i violini e mandolini, che oltre a farsi sentire sull'unica deludente ballad di chiusura "Bonus Track", fanno capolinea nella splendida e veloce titletrack "Ansiedad", che di fatto si presenta come il brano più forte del lotto: un motivetto molto melodico (ma senza mai cadere nel mielenso o banale) alla Bad Religion, e un Rodriguez in ottimo spolvero, tengono alta la valutazione di questo brano.

La band si presenta anche con un discreto songwriting vagamente impegnato e politicizzato (dimenticatevi di testi cazzoni alla californiana), in alcuni casi non mancano di gettarsi a capofitto su tematiche nichilistiche e di rassegnazione, ma spesso e volentieri fanno a botte con questo lato perdendosi in scontati combo "fuck-boicotta", ed evitabili passaggi a dir poco banali.

In linea di massima è difficile inquadrare in un solo genere i Mala Reputaciòn, loro si definiscono punk rock, ma il classico rock è in fin dei conti l'elemento più presente in questo lavoro. I frangenti più hc non convincono pienamente, e capita (purtroppo un po troppo spesso) di sentire influenze riconducibili ai complessi più commerciali (ma per carità, lungi da certi aborti pop-punk). Consigliabile a chi voglioso di ascoltare qualcosa di "nuovo", ed esplorare un panorama non proprio proficuo (ne mai troppo qualitativo) come quello spagnolo.

Disco interessante sotto molti punti di vista, vale un ascolto. 

Carico i commenti...  con calma