Quando vedi le foto di Malcolm Middleton non ti puoi sbagliare: è scozzese. Vederlo poi assieme al suo ex-sodale Aidan Moffat, ai tempi degli Arab Strap, con tanto di kilt, beh, ti fa proprio pensare che oltre ad essere scozzese, ne dev'essere proprio orgoglioso. D'altronde è risaputo, pochi popoli sono così sciovinisti come gli abitanti del Regno Unito.
Non ho mai amato alla follia gli Arab Strap, autori di brani lenti, cadenzati e fumosi, talmente avvolgenti e confidenziali che in casi estremi potrebbero anche esser causa di abbiocchi improvvisi. Non è per fortuna il mio caso, però a lungo andare la timbrica di Aidan Moffat più virata sullo spoken-word - di sesso e alcool va da sé - piuttosto che sul canto, risulta un po' monocorde col rischio concreto di immergere l'ascoltatore in una specie di limbo auditivo non lenito da una tappezzeria musicale molto spesso ridotta ai minimi termini. Detto ciò, c'è un brano su "Philophobia", album del 1998, che ogni volta mi ipnotizza. Ecco se c'è una canzone che vorrei non finisse mai è la circolarità di "Here We Go": ascoltare per credere. Avventura finita nel 2006 con una decina di album alle spalle, comprese raccolte, outtakes, b-sides e live.
La carriera solista di Malcolm Middleton inizia, con il gruppo ancora in piedi, nel 2002 e ad oggi conta 4 album, l'ultimo dei quali pubblicato pochi mesi fa: "Into The Woods" è il secondo e risale al 2005.
Abbandonate le parossistiche dilatate soffuse atmosfere che contraddistinguevano gli Arab Strap, il Nostro ha virato verso una più canonica forma canzone con influenze vieppiù disparate. Accompagnato da una strumentazione ben assortita, filtra una voce, dalla sì limitata estensione, ma che finalmente libera un canto con tutti i crismi del caso, al contrario del suo ex-socio in affari, Moffat.
Si va da episodi più marcatamente rock come nel caso di "Loneliness Shines", alle sottili trame dance di "Beart With Me" e "No Modest Bear", passando per due struggenti, classiche ballate pianistiche a metà strada fra Nick Cave e Paul Weller, come "Devastation" e "Autumn." In "Burst Noel" pare di attraversare le brumose lande scozzesi a bordo di una sbuffante locomotiva a vapore immersi fra le brughiere delle Highlands, i leggendari laghi e le immense verdi vallate. Affiorano persino ricordi di uno Shane McGowan insolitamente sobrio nella dolce filastrocca "Monday Night Nothing." fino ad alzare il ritmo, alla stregua di come alzava il gomito l'ex, sdentato, leader dei Pogues, nella conclusiva tirata e festosa "A New Heart.".
Le partecipazione del suo connazionale Stuart Braithwaite dei Mogwai impreziosisce l'opera ricordandoci una volta di più l'origine e l'orgoglio della terra di Scozia alla quale, ne sono sicuro, Malcolm Middleton è fiero di appartenere.
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