Tempo di Mutamento. E lode a questo tempo grande. Con questo secondo disco Maler si conferma come uno tra i più promettenti cantautori della scena italiana. Voce metallica e cantilenante, liriche ricercate e stralunate, melodie dal sapor medio-orientale. Rispetto al precedente lavoro Dell'Ora e del Mai sembra un disco più maturo, soprattutto per quanto riguarda la ricerca di un ambiente sonoro ancora più personale. Il risultato è un bel mix di campionamenti e tastiere che sfidano archi e fisarmoniche, in un continuo incrociarsi.

Un disco molto divertente e ricco di citazioni, che trova il suo perchè definitivo grazie ad alcuni brani che sembrano più fotografie che canzoni.

"Tu che hai occhi di cavalla
tu che hai gambe di ciogna...
...esaudisci la mia voglia
di una tazza di kaimak"

Volendo trovare un difetto, si potrebbe dire che manca il colpo di genio. Un doppio-passo alla Ronaldinho che permette di creare la canzone memorabile, quella che non ti aspetti. Ma nel panorama musicale italiano aspettarsi miracoli è quasi impossibile, e allora ben venga la freschezza di Maler e le sue storie che fanno ancora sognare a occhi aperti.  La Grande Pianura, che troviamo nei ringraziamenti del disco, e che immagino essere quella emiliano-padana, è piena di stradelli, torrenti e fossi. Chissà che in futuro Maler non ci stupisca con un'altro mutamento di rotta.

"Echi di conchiglie
Come oceani di cicale
ora che non ho più nome
chi mi chiama annegherà"

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