Ed eccoci al cospetto della nuova maestosa creatura chiamata Malfeitor, capitanata "dall'odiato od amato" Malfeitor Fabban. Lasciato in disparte il suo immenso e ben conosciuto progetto Aborym, Fabban, nel gennaio del 2005, decide di fondare un nuovo progetto, il quale si discosta ampiamente dalle sonorità Black-Industrial dei famigerati Aborym, diretto invece ad optare per suono più oscuro e più "marcio"... ovvero per un buon sano black metal vecchio stile, di stampo puramente nordico. Dopo due anni di ricerca di componenti all'altezza delle aspettative di Fabban, la line up si completa e non lascia trascorrere molto tempo prima di sfornare il primo demo della band. Ma arriva infine così, il settembre 2007, ove in cui viene rilasciato il primo disco della band romana, che andrò qui di seguito a recensire, ovvero: "Unio Mystica Maxima".

"Unio Mystica Maxima" si può definire come un ritorno alle origini del genere; esso infatti richiama pienamente tutte le sonorità dei primi anni '90 di band come: Gorgoroth, Dark Funeral ecc. senza però dimenticare di inserire qualche, seppur minima, innovazione. La produzione infatti è dir poco superba, ogni strumento può essere percepito alla perfezione senza nessun stato di confusione, il quale è molto facile da riscontrare nelle prime uscite degli anni '90 di band che hanno segnato la storia del genere, quali: Mayhem, Darkthrone, Burzum e dei già citati Gorgoroth e Dark Funeral.

Il disco non presenta grandi doti a livello musicale, ma è da sottolineare, la grande capacità di tutti i musicisti per aver assemblato alla perfezione tutti gli strumenti, creando così un immenso muro sonoro invalicabile.

Fabban in questo disco è riuscito a imprimere con un tocco quasi alchemico, tutta la sua anima oscura ed occulta; infatti in un ascolto approfondito di Unio, si possono percepire queste maledette sonorità blasfeme ed occulte, capaci di imprimersi nella mente dell'ascoltatore e tormentarla per ore ed ore.

Presentare una "track by track" mi sembra stupido, dato che tutte le canzoni di quest'opera sono legate fra loro alla perfezione; si possono comunque elecare gli highlights del disco, i quali a mio avviso sono: la traccia d'apertura "Rex Bestia Fera" dotata di grandi linee vocali e riff intriganti come non mai; la succesiva "In This Place Forever", capace di riportare alla mente sonorità in stile Gorgoroth dei bei tempi; ed infine la splendida "Jesus Christi To The Lion", sempre esaltante nel suo incedere e con la sua parte finale cantata in un baritonale a dir poco fantastico.

Grande performance quindi dei Malfeitor, i quali con questo disco fanno capire che il black metal di vecchio stampo non è ancora defunto, ma anzi, è ancora vivo più che mai. Certo bisogna ammettere che un po' più di originalità ci poteva stare, ma resta il fatto che Unio, rimanga un buon disco colmo di un ottimo black metal fiero, e senza compromessi!

 

Il mio voto finale è: 7

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