Dopo quasi due anni dall'uscita del suo bel disco d'esordio, ecco tornare sulle scene musicali una delle scoperte più piacevoli di questi ultimi tempi. Forte di una voce calda e che sa di orizzonti lontani (chissà forse proprio del suo Marocco che le ha dato i natali), Malika Ayane si conferma un'ottima artista, dotata di un talento, uno stile ed un'eleganza che difficilmente si riscontra in altre artiste italiane odierne. La maturità espressa in quest'ultimo lavoro ne è la prova più tangibile, facendo sorgere una piccola luce di speranza in chi spera che il panorama discografico italiano arrivi a premiare chi davvero se lo merita, salvandolo dall'oblio in cui spesso è destinato chi si distingue dalla massa (qualcuno ha detto L'Aura?).
La cosa che più stupisce è che fin da quando diamo la possibilità alle note di danzare nell'aria, ci si rende subito conto di quanto quest'album sia squisitamente radiofonico e commerciale, pur rimanendo un prodotto apprezzabilissimo da chi la musica la conosce bene.
A onorare l'apertura dell'album ci pensa "Ricomincio da qui", presentato alla sessantesima edisione del Festival Di Sanremo. Il brano, giustamente premiato con il prestigioso trofeo Mia Martini, assegnato dalla critica, è scritto dalla ragazza in collaborazione con Pacifico (che è brutto da dire, ma forse dovrebbe smettere di cantare e darsi direttamente al ruolo di autore a tempo pieno), prendendo spunto da una poesia di Jacques Prevert, e che vede alle musiche il sapiente tocco dell'eccellente Ferdinando Arnò (che ha curato comunque la maggior parte delle melodie presenti nel disco), e agli archi un'eccelsa guest star, quel Vincent Mendoza che è stato collaboratore dell'eccelsa Bjork. Questo brano, è meraviglioso nel suo sinuoso procedere, e colpisce particolarmente l'ascoltatore per il suo esser privo di ritornelli di facile presa, caratteristica che lo pone sul fronte opposto al precedente brano sanremese "Come Foglie".
Da qui in poi, dopo i brividi iniziali, piccole perle di pop italiano e non, si mescolano sapientemente regalando piccole calde emozioni. Il secondo brano "Thougts And Clouds" vede ai cori la partecipazione di Sandy Chambers, una delle 3 vocalist del progetto dance che spopolò negli anni 90, ossia Corona ("Rithm of the Night" vi dice nulla?). Scorrendo la tracklist troviamo ad attenderci la cover de "La prima cosa bella" cantata originariamente da Nicola Di Bari, main theme della colonna sonora dell’ultimo film di Paolo Virzì. Questa modernizzazione di un classico degli anni '70 è semplicemente affascinante, un ottimo esperimento, riuscito alla perfezione.
Splendida è "Little Brown Bear", intrigante duetto con Paolo Conte, altra importantissima guest star, che Malika omaggia ulteriormente con la cover del suo brano "Chiamami adesso", bellissima reinterpretazione che fa leva su un sontuoso arrangiamento d'archi. Da segnalare assolutamente il bel duetto "Believe In Love" che la Ayane canta con il da me odiato Cesare Cremonini, suo compagno nella vita di tutti i giorni.... E a dispetto di quanto si possa credere le due voci si impastano perfettamente suscitando più di un'approvazione lungo l'incedere del brano. Molto bello anche "Satisfy My Soul", un brano che si arricchisce di qualche striatura di rock melodico, sicuramente uno degli episodi migliori. Ma alla fine anche i piccoli brani minori "Brighter Than Sunshine" e "Sogna" risultano ricchi di uno spessore che è rarissimo da trovare nei singoloni di artisti ben più blasonati.
Alla fine, quando la voce di Malika smette di aleggiare tra le pareti di casa, viene voglia di ringraziare Dio per averci regalato questa ragazza... Intendiamoci, non perchè ci troviamo davanti una Bjork o una Pj, ma semplicemente perchè di album pop così ben fatti e di cantanti così particolari non se ne vedono spesso in giro, soprattutto nell'affollato mercato italiano dove sgomitano i sosia dei D'Alessio o Tatangelo o Pausini che sia...
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