Corralitos, sud della California. Natura bellissima, paesaggi che a guardarli tolgono il fiato, montagne da una parte, l'oceano immenso dall'altra. Cinque individui in piedi sopra una scogliera, con le braccia al cielo inneggiano al sole, salutano la giornata che termina con il tramonto, iniziano il rito che andrà avanti nella notte, alla luce del fuoco. Il vento soffia nei canyon, la terra canta, la costa s'infiamma, il ritmo ti porta via la mente, altera le percezioni.

Il viaggio acido della nuvola Mammatus prosegue. "Dragon of the Deep Part 3" è densa di elettricità, heavy psichedelia incalzante. Quando si ferma non mi sento al sicuro, ho come la sensazione che stia per succedere qualcosa, l'elettricità satura l'aria, una voce racconta antiche storie, combattimenti lontani. Dopo la sento ancora, mi dice di ascoltare il vento, il vento che cambia e quello che porta con se. "The Changing Wind" porta sensazioni nuove nel sabba distorto dei Mammatus, percussioni tribali e flauti. Mi rilasso, la voce mi guida ancora. Accompagnati dalle chitarre acustiche i ritmi diventano ancora una volta ipnotici, qualcuno mi passa una pipa, aspiro e passo a quello seduto vicino a me.

Quando la musica si ferma sento il rumore dell'oceano, tra poco sarà di nuovo giorno. La tranquillità viene scossa da un riff, si avvicina la conclusione del sabba, onde distorte scuotono l'oceano, la voce per l'ultima volta mi illumina sul valore della natura di cui facciamo parte. I venti e l'aria che respiro, l'oceano e le sue onde, niente sembra più lo stesso.

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