"il passato e il futuro non esistono"

Eccolo, il più discusso e citato lungometraggio su "Urusei Yatsura"

Un solo anno dopo il primo "Only You" esce nelle sale "Beatiful Dreamer" (1984) e il pubblico rimane completamente disorientato. Infatti questo film è per molti ancora oggi un enigma, un passaggio estremo tra le vicende disimpegnate delle prime serie dell'anime ad una trama onirica e complessa, un insieme di scatole cinesi e livelli narrativi differenti disorientanti. Quando uscì fu un fiasco notevole, i fan della serie non capivano come fosse possibile costruire una trama simile partendo dalle avventure dell'allegra banda di Tomobiki. In realtà con il tempo questo piccolo capolavoro dell'animazione, perchè di questo si tratta, è stato studiato meglio e a serie conclusa sono state tratte le conclusioni sul motivo che ha spinto il regista della serie a scontrarsi persino con l'autrice storica, Rumiko Takahashi, sulla sua realizzazione.

La trama centrale si snoda attorno ad un tema di complessa natura, il confine tra il reale e l'immaginario. Il sogno come via di fuga dalla realtà o come parte integrante di essa, o meglio il regista si chiede se il sogno sia in verità il vero mondo reale o solo un accessorio necessario. Si parte da una situazione semplice, un giorno vissuto dalla comunità di Tomobiki che sembra sempre ripetersi all'infinito ma con delle varianti ogni volta. Il tempo e lo spazio perdono le loro caratteristiche di grandezze fisiche definite e riacquistano la loro dimensione spirituale, soggettiva e si diluiscono uno dentro l'altro fino a perdere ogni certezza. Inizialmente solo Onsen e Sakura si accorgono che qualcosa di molto strano li coinvolge, ma ad uno ad uno molti dei protagonisti sembrano sparire nel nulla e l'intero quartiere di Tomobiki regredisce e si polverizza lasciando intatta solo la casa di Ataru in cui solo una piccola parte della comunità sembra trovare rifugio e a mantenere una propria dimensione fisica. Ad un cero punto però Mendo capisce tutto, e se fosse tutto un sogno? Ma di chi? E perchè lui, Ataru e gli altri compagni sembrano immutati mentre il resto degli abitanti della città è sparito nel nulla?

Il film si ispira alla leggenda giapponese di Urashima Taro che narra di un pescatore che salvando una tartaruga ottiene in cambio la possibilità di andare oltre il tempo. Di questo mito ne esistono innumerevoli versioni anche europee (il ritratto di "Dorian Gray") e oceaniche, è probabilmente uno dei più antichi della storia dell'uomo. La qualità del film è notevole, molti passaggi visivi sono di grande impatto, soprattutto i giochi di luce in molte scene, una su tutte il dialogo tra Onsen e Sakura nella prima parte della pellicola. Come nella più concreta tradizione dell'animazione nipponica la colonna sonora è perfetta, basti pensare che tutti i temi composti per l'anime e per i film sono raccolti in un cofanetto di sette dischi in Giappone.

Alla fine non ho mai nominato Lamù...che ci sia lei dietro a tutto?

P.S. La versione italiana presenta il solito problema di doppiaggio, le voci sono spesso sbagliate (soprattutto quelle di Lamù e Ataru) e non si capisce il motivo per cui non sia stato utilizzato almeno in parte il cast originario.

 

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