Tutti i giorni sono uguali. Trascorsi in un'atmosfera grigia e asettica. Ogni giorno potrebbe essere l'ultimo, ma loro non sembrano preoccuparsene più di tanto. Un atteggiamento motivato da una distopia gelida.

L'ucronia di "The Sky Crawlers" ha le sembianze di una lenta e rassegnata tirata antimilitarista. La narrazione lenta e distaccata è dotata dello stesso incedere apatico delle vicende dei personaggi. Anche durante le sequenze che ci si aspetterebbe più adrenaliniche sono rappresentate con occhio freddo e malinconico, scattando una semplice fotografia di una realtà grigia ed immutabile.

Varie corporazioni belliche (Qui due, ma non ci è dato sapere quante ve ne siano o ve ne siano state) si fronteggiano in una guerra aerea le cui ragioni sono a noi sconosciute, il personale che deve combattere questa guerra è costituito da giovanissimi piloti che sembrano non crescere mai, "kildren" sono chiamati, non si chiedono il perché, o almeno non tutti, vivono un'eterna adolescenza ritrovandosi spesso la vita spezzata e spezzandone altre con frequenza.

La guerra è presentata con tratti fortemente "orwelliani", essa infatti non scalfisce i popoli ma mantiene l'equilibrio, essa è illusione di pace, il sacrificio di pochi per il bene di molti, guerra-spettecolo-intrattenimento-illusione. Il genere umano non è mai riuscito ad eliminare la guerra, questo è un dato di fatto.

Le inquietanti realtà che sono alla base di questo scenario, neanche troppo nascoste, non riescono a smuovere abbastanza il terreno quando emergono ed i risultati non si vedono. C'è chi si fa divorare dai rimorsi, chi non crede a ciò che viene a sapere, chi non si chiede nulla, chi si interroga sulla propria esistenza e si trova in balia di tali domande. Tutti accettano e basta.

Qui di speranza non se ne trova.

Esteticamente, è tutto su livelli molto alti, sempre a dare uno sguardo d'insieme, non importa conoscere i dettagli.

Carico i commenti...  con calma